Primario sospeso, l'Ulss: atto dovuto Riboni: «La mia carriera infangata»

Il primario Vincenzo Riboni,
VICENZA  - Approda in Regione Veneto la vicenda della sospensione, in relazione alla presunta gara degli aghi al pronto soccorso dell'ospedale a Vicenza, del primario del...

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VICENZA  - Approda in Regione Veneto la vicenda della sospensione, in relazione alla presunta gara degli aghi al pronto soccorso dell'ospedale a Vicenza, del primario del pronto soccorso Vincenzo Riboni. Un «atto dovuto», senza alcun intento di tipo punitivo, «in seguito ad una denuncia ricevuta», afferma la Ussl 6 di Vicenza. Ma il primario ribatte: «la mia carriera immacolata messa in discussione e infangata».


Alla Giunta regionale la consigliera Patrizia Bartelle (M5S) ha presentato un'interrogazione per fare luce sulla sospensione. Al primario è stato contestato - spiega la consigliera grillina - di «aver denunciato alcuni infermieri, rei di aver organizzato una vera e propria competizione a chi riusciva ad infilare la siringa più grossa». Bartelle rileva che Riboni, con anni di esperienza ed un curriculum importante alle spalle, «viene casualmente a conoscenza dell'esistenza di un gruppo su whatsapp, 'Gli amici di Maria', con evidente riferimento al suo secondo nome, in cui alcuni operatori della Struttura forniscono precisi aggiornamenti sulla cosiddetta 'gara degli aghi'».

«Riboni - precisa nella nota l'esponente M5S - avverte la Direzione sanitaria che però, incredibilmente, punisce proprio il professionista, 'invitato', dopo 10 giorni di sospensione, a fruire delle ferie arretrate 'in modo da raggiungere i requisiti pensionistici richiesti'. Chiediamo alla Giunta  di verificare quanto prima i fatti, prendendo urgenti ed adeguati provvedimenti».

L'Ulss 6 di Vicenza dal canto suo  conferma  in una nota di avere aperto un procedimento nei confronti del primario ma senza alcun intento punitivo solo come atto dovuto in seguito a una denuncia ricevuta. «Ne è seguita un'indagine interna - spiega la nota - durante la quale è stato appurato che effettivamente il dott. Vicenzo Riboni ha prodotto delle dichiarazioni non veritiere nell'ambito di un procedimento interno ufficiale, comportamento scorretto e lesivo che è stato sanzionato secondo il codice disciplinare aziendale».


«È inconcepibile - ha dichiarato oggi lo stesso Vincenzo Riboni - che una carriera immacolata venga messa in discussione e infangata da quanto ha deciso l'Ulls di Vicenza». «Non esiste che si scherzi con i pazienti o che durante il lavoro si chatti o si scherzi. Non esiste. Incredibile che ad essere punito sia stato io che ho denunciato questo sistema».
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Il Gazzettino