VALBRENTA. «Con questa cerimonia vogliamo tramandare alle giovani generazioni - ha ricordato nell’omelia don Patrizio Bortolini, rivolgendosi ai molti giovani...
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La cerimonia per il 74° anniversario dell’Eccidio di Carpané, una delle pagine più drammatiche della storia della Valbrenta, è stata promossa dall’Unione Montana, in collaborazione con il comune di San Nazario, l'Anpi e l'Ancr, «per rinnovare il ricordo delle 29 persone barbaramente uccise dai nazi-fascisti, nel tragico settembre 1944, a Carpané.» Una tragedia tra le più efferate e sanguinose della Resistenza del Veneto, avvenuta alla conclusione del rastrellamento sul Grappa.
«L’Europa siamo noi - ha sottolineato il presidente dell’Unione Montana Valbrenta, Luca Ferazzoli, - con la forza dei nostri valori impressi nella nostra costituzione.»
Nel discorso commemorativo il senatore Pietro Fabris ha ricordato quei drammatici giorni nei quali «tante persone hanno sacrificato la vita per l’amore verso la propria terra.» Una ferita che ha lasciato un segno indelebile nella gente della Valbrenta e il trascorrere del tempo non ha alleviato l’orrore per quell’eccidio nel quale persero la vita 29 persone, fra le quali Gianna Giglioli, 24 anni, unica donna, incinta di quattro mesi ed il marito Angelo Valle, fatto prigioniero sul Col Moschin. In quel tragico settembre 1944 furono uccisi tredici italiani e sedici militari britannici e sudafricani, identificati grazie alle ricerche portate a termine da Sonia Residori.
Alla commemorazione hanno partecipato con i gonfaloni decorati di medaglia d'oro al valor militare (Bassano), croce di guerra (Romano d'Ezzelino e Valstagna), amministratori di Bassano e del Canal di Brenta, Forze dell’ordine, associazioni combattentistiche e d'Arma, l’Anpi Bassanese e della Valbrenta e una numerosa rappresentanza dell’Istituto Comprensivo Bombieri.
Conclusione della cerimonia con la deposizione di corone ai Cippi dei Martiri. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino