Quartiere S. Benedetto: «Citiamo il Comune perchè ci rifonda le spese»

Giuliano Stefani
MAROSTICA - «Stiamo preparando la citazione del Comune di Marostica per la non applicazione delle convenzioni del 1988 e del 1993». Prosegue, mese dopo mese, anno dopo...

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MAROSTICA - «Stiamo preparando la citazione del Comune di Marostica per la non applicazione delle convenzioni del 1988 e del 1993». Prosegue, mese dopo mese, anno dopo anno, la diatriba del quartiere San Benedetto per la nota questione delle 82 famiglie delle case Ater che pagano quote per aree "comuni" che, secondo un gruppo di residenti irriducibili con l'ex sindacalista Giuliano Stefani a fare da portavoce e capofila, non sono dovute. Così, ad alcuni mesi dalla presa di  posizione del sindaco Marica Dalla Valle, che da una parte ha detto di non poter saldare i conti del contenzioso dei privati con Ater, e dall'altra ha fatto capire che la "pertinenza" dei mappali rispetto ai fabbricati abitativi implica che i costi relativi li debbano sostenere i residenti, questi ultimi continuano a sostenere che loro non devono pagare alcunché e pertanto chiedono indietro tutto quanto versato in tanti anni e gli oneri aggiuntivi sostenuti. Quindi il braccio di ferro sulle convenzioni stipulate dal Comune resta tutto in piedi: la sindaco dice che sono scadute e non valgono più, mentre i cittadini le ritengono tuttora valide e non onorate dal municipio.


Il gruppo guidato da Stefani continua la battagia, anche se per la verità finora le sentenze sono state tutte negative. Il primo grado a Bassano nel 2009, l'appello del 2012 pur con la grande incongruenza di aver dato per buona una prova che invece in primo grado era stata esclusa per la sua manifesta inadeguatezza: una lettera Etra senza data né firma secondo la quale la proprietà delle parti comuni sarebbe privata. Una prova taroccata e falsa, ha sempre sostenuto Stefani, ma anche la richiesta di revocazione della sentenza per grave cusa è andata male per i ricorrenti, perché non è entrata nel merito della falsità vera o presunte del documento e ha lasciato tutto com'è. Così l'appuntamento finale sarà in Cassazione.

Ora gli avvocati delle parti avverse procedono con la richiesta delle spese legali e già da tempo sulle pensioni di alcuni ricorrenti sono state costituiti accantonamenti coatti per far fronte ai pagamenti. Stefani ha perfino messo a disposizione un suo appartamento, sul quale gli avvocati possano soddisfare le pretese relative a lui e agli altri quattro residenti ricorrenti. Situazione che si fa sempre più incandescente e che martedì 20 dicembre vede anche due scadenze importanti. Da una parte l'udienza per la revoca giudiziale a Vicenza dell'amministratore del cosiddetto "supercondominio", Marino Zucchi, con il quale da sempre i ricorrenti sono in rotta di collisione e per il quale hanno chiesto al tribunale di intervenire: nel frattempo l'amministratore ha dato le dimissioni, ma i residenti chiedono di verificare la regolarità delle attività gestionali e delle delibere assembleari. Nella serata dello stesso giorno poi è convocata la riunione dei condomini con la nuova amministratrice Guadagnini che deve prendere in mano la scottante questione e la vicenda degli incarichi legali della precedente gestione. I residenti avranno presente anche il loro avvocato.


«Bisogna che questa vicenda trovi uno sbocco - dice Stefani - perché nelle case del San Benedetto la proprietà delle aree esterne e dei sottoservizi è del Comune, come ha ben chiarito una dichiarazione municipale, e perché per quanto riguarda fognature e luci esterne ognuno si paga le sue. Non c'è nulla di comune! Per quanto riguarda il presunto passaggio degli oneri manutentivi in capo ai residenti negli atti di compravendita degli alloggi, questo a nostro avviso non può essere perché le frasi inseriti in alcuni degli atti, e non in tutti, parlano genericamente di passaggio degli oneri sugli acquirenti ma senza le specifiche precise richieste in questi casi». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino