MAROSTICA - «Stiamo preparando la citazione del Comune di Marostica per la non applicazione delle convenzioni del 1988 e del 1993». Prosegue, mese dopo mese, anno dopo...
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Il gruppo guidato da Stefani continua la battagia, anche se per la verità finora le sentenze sono state tutte negative. Il primo grado a Bassano nel 2009, l'appello del 2012 pur con la grande incongruenza di aver dato per buona una prova che invece in primo grado era stata esclusa per la sua manifesta inadeguatezza: una lettera Etra senza data né firma secondo la quale la proprietà delle parti comuni sarebbe privata. Una prova taroccata e falsa, ha sempre sostenuto Stefani, ma anche la richiesta di revocazione della sentenza per grave cusa è andata male per i ricorrenti, perché non è entrata nel merito della falsità vera o presunte del documento e ha lasciato tutto com'è. Così l'appuntamento finale sarà in Cassazione.
Ora gli avvocati delle parti avverse procedono con la richiesta delle spese legali e già da tempo sulle pensioni di alcuni ricorrenti sono state costituiti accantonamenti coatti per far fronte ai pagamenti. Stefani ha perfino messo a disposizione un suo appartamento, sul quale gli avvocati possano soddisfare le pretese relative a lui e agli altri quattro residenti ricorrenti. Situazione che si fa sempre più incandescente e che martedì 20 dicembre vede anche due scadenze importanti. Da una parte l'udienza per la revoca giudiziale a Vicenza dell'amministratore del cosiddetto "supercondominio", Marino Zucchi, con il quale da sempre i ricorrenti sono in rotta di collisione e per il quale hanno chiesto al tribunale di intervenire: nel frattempo l'amministratore ha dato le dimissioni, ma i residenti chiedono di verificare la regolarità delle attività gestionali e delle delibere assembleari. Nella serata dello stesso giorno poi è convocata la riunione dei condomini con la nuova amministratrice Guadagnini che deve prendere in mano la scottante questione e la vicenda degli incarichi legali della precedente gestione. I residenti avranno presente anche il loro avvocato.
«Bisogna che questa vicenda trovi uno sbocco - dice Stefani - perché nelle case del San Benedetto la proprietà delle aree esterne e dei sottoservizi è del Comune, come ha ben chiarito una dichiarazione municipale, e perché per quanto riguarda fognature e luci esterne ognuno si paga le sue. Non c'è nulla di comune! Per quanto riguarda il presunto passaggio degli oneri manutentivi in capo ai residenti negli atti di compravendita degli alloggi, questo a nostro avviso non può essere perché le frasi inseriti in alcuni degli atti, e non in tutti, parlano genericamente di passaggio degli oneri sugli acquirenti ma senza le specifiche precise richieste in questi casi». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino