VALBRENTA. «Mezz’ora di prelievi del sangue per tutta la Valbrenta due volte alla settimana non basta», protestano in coro i valligiani, in prevalenza persone...
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La vignetta
La Valbrenta, che già lamenta una carenza di servizi, data la sua conformazione territoriale, presenta numerosi piccoli nuclei abitati nei quali vivono prevalentemente persone anziane, spesso impossibilitate ad usufruire di servizi pubblici e quindi in difficoltà ad accedere all’ambulatorio dove, spesso, sono costretti a farsi accompagnare da familiari o conoscenti. «Se tardano anche pochi minuti il prelievo non viene effettuato e se si presentano in anticipo trovano le porte ancora chiuse e devono aspettare, al buio e al freddo d’inverno, sulle scale finché non arrivano gli addetti ad aprire la saletta d’attesa». Anche i prelievi a domicilio, vale a dire per quelle persone impossibilitate a muoversi che inoltrano quindi la richiesta motivata dal medico del prelievo presso l’abitazione, vengono effettuati a volte con ritardi anche di 12 o 15 giorni dalla presentazione della richiesta. Di tutti questi inconvenienti più volte sono stati informati i sindaci e Palazzo Guarnieri.
«Il servizio ora è svolto da una cooperativa per conto dell’Asl. Mi sono attivato personalmente presso i responsabili dell’Asl di Bassano - assicura Carlo Perli, sindaco di Valstagna e assessore dell’Unione Montana ai servizi sociali - e mi è stato assicurato che avrebbero provveduto in merito». Sta di fatto che nulla, per il momento, è cambiato e i pazienti stanno perdendo la pazienza, perché con la stagione invernale i problemi aumentano, in particolare per le persone anziane. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino