SAN NAZARIO - In gergo si chiamano Moc, dall’inglese “my own creation”, vale a dire creazioni personali dell’autore, o meglio, dell’artista....
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Centottanta centimetri di lunghezza, cinquanta di larghezza e altrettanti di altezza, per un totale di oltre tredicimila pezzi. Questi i numeri del modellino realizzato da Ruggero Comacchio, 40 anni, farmacista di San Nazario e grande appassionato dei mattoncini più famosi del mondo.
“L’idea è nata lo scorso anno”, racconta Ruggero. “Si cercava un soggetto da realizzare in gruppo con altri appassionati, ma non riuscivamo a decidere quale. Così ho fatto da solo. Ci sono voluti nove mesi, da ottobre a luglio scorso. Prima lo studio del progetto, le foto, i sopralluoghi. Poi il reperimento dei pezzi, che non si possono certo acquistare nei normali negozi. Per recuperare i mattoncini utili alla realizzazione dei piloni, ad esempio, ho dovuto contattare ben tre diversi rivenditori europei. Fortunatamente adesso è tutto più semplice, grazie ad internet e a portali di scambio tra appassionati come Bricklink. Ma la cosa che mi ha divertito di più, forse, è stata la realizzazione dei tanti piccoli particolari che arricchiscono la costruzione. I fori dei proiettili sui muri e l’interno dei vari edifici adiacenti al ponte, ad esempio. Nardini, Cavallin, ma anche il Museo, all’interno del quale vi è la riproduzione di un altro piccolo ponte. E poi le diverse piccole figure che popolano la composizione, tra cui vi è anche un alpino”.
Una passione, quella di Ruggero, che da qualche anno si diffonde come un’epidemia. Soprattutto tra quanti, dopo aver trascorso l’infanzia giocando con i mattoncini colorati, ne riscoprono il fascino regalandoli ai figli.
“Il bello è che a quarant’anni, non devi più aspettare Babbo Natale per ricevere i Lego. Ho due bambini e se anche loro apprezzano i mattoncini, i nostri “giochi” restano separati. Mio figlio ogni tanto mi dà una mano, ma preferisce dedicarsi ad altri progetti, più semplici e adatti alla sua età. La pausa pranzo, invece, è il momento ideale per dedicarmi alla mia passione. I figli a scuola, la moglie a lavorare e tre intere ore per cercare di incastrare tutto nel modo giusto”.
“I lego sono anche diventati occasione per conoscere nuovi amici e avere qualche scusa in più per una serata in birreria. Non è un’ossessione, ma davvero solo una grande passione. Grazie alla quale riusciamo anche a fare cose importanti, come devolvere in beneficenza gli incassi dell’esposizione di Treviso. Tutto grazie alla dedizione e all’impegno degli instancabili organizzatori di associazioni come Treviso Brick, Amici del modellismo e ItLug.”
“Conclusa l’esposizione, molti modellini saranno smontati e ritorneranno nelle scatole per realizzare nuovi progetti. Non il mio Ponte degli Alpini, che porterò a casa con me, in attesa di esporlo nuovamente in maggio al Model Expo di Verona. Nel frattempo resterà in soffitta, a meno che qualcuno non mi chieda di esporlo a Bassano. Non ho ancora ricevuto alcuna richiesta in tal senso, ma non nego che mi farebbe piacere. A patto, ovviamente, che sia esposto all’interno di una teca o di qualcosa che lo preservi intatto”.
La mostra resta aperta il 5 gennaio sino alle 19 e il 6 con orario continuato dalle 10 alle 19. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino