Studi su Wak, rene artificiale portatile: arrivano 500 specialisti per imparare

Una delle sale di nefrologia del San Bortolo
VICENZA - Quattordicimila sedute e 30 trapianti all'anno, e una nuova frontiera: il rene artificiale. La comunità scientifica mondiale punta gli occhi sul San...

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VICENZA - Quattordicimila sedute e 30 trapianti all'anno, e una nuova frontiera: il rene artificiale. La comunità scientifica mondiale punta gli occhi sul San Bortolo. Il reparto di nefrologia del professor Claudio Ronco si conferma un'eccellenza a livello internazionale, tanto che è scattata la gara per collaborare con il prestigioso dipartimento che, dal 7 giugno, in Fiera, organizzerà la 34. edizione della conferenza “Vicenza course on Aki & Crrt”. Fino a venerdì sono attesi oltre 500 specialisti provenienti da 50 paesi del mondo.


Ronco e i suoi collaboratori al San Bortolo
Per la nefrologia e la scienza che si occupa dei problemi renali di tratta di un appuntamento unico nel suo genere, tanto che da Dubai, Singapore, Stati Uniti e Cina sono arrivate richieste di partnership. Nel frattempo l'università di Fudan a Shanghai ha affidato a Ronco la cattedra di professore aggiunto.

Il San Bortolo è da anni capofila nella ricerca sul rene artificiale e sulle cosiddette terapie extracoroporee. «Con Wak, il rene artificiale e indossabile, Vicenza è diventata punto di riferimento per lo sviluppo e la ricerca. Ma ci sono anche il sistema di dialisi Blue planet per il risparmio d'acqua, le tecniche per i supporti multiorganici fra cui quelli cardiaci, polmonari ed epatici - spiega Ronco -, il rene tecnologico per neonati "Carpediem". Tutto questo ha dato origine a una branca della nefrologia identificata come critical care nefrology».

Oggi vengono salvati e curati pazienti un tempo considerati in condizioni disperate. La nefrologia critica è infatti in grado di occuparsi di persone ricoverate in terapia intensiva che, a seguito di un incidente, di un intervento chirurgico complicato o di gravi forme di infezione, hanno una disfunzione che richiede per esempio la ventilazione meccanica, il monitoraggio emodinamico e le tecniche depurative extracorporee come l'emodialisi o l'emofiltrazione.

Il San Bortolo vanta infine il centro dialisi peritoneale più grande d'Europa, con 130 pazienti in trattamento e oltre centomila scambi dialitici annui. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino