Nuovo ospedale, posata prima pietra Zaia manda gli ispettori al S.Bortolo

Un'immagine della cerimonia di oggi a Montecchio Maggiore
MONTECCHIO MAGGIORE - Nuovo giorno storico, quello di oggi, per la sanità vicentina e veneta. Nella tarda mattinata a Montecchio Maggiore, alla presenza del presidente...

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MONTECCHIO MAGGIORE - Nuovo giorno storico, quello di oggi, per la sanità vicentina e veneta. Nella tarda mattinata a Montecchio Maggiore, alla presenza del presidente della Regione del Veneto Luca Zaia e di tutti sindaci del comprensorio, si è tenuta la cerimonia della posa della prima pietra del nuovo ospedale unico di Montecchio-Arzignano. Il nuovo nosocomio, la cui prima pietra è stata benedetta dal Vescovo di Vicenza monsignor Beniamino Pizziol, sorgerà intorno al vecchio ospedale castellano, il cui nucleo originario sarà ristrutturato e mantenuto.


Per garantire la funzionalità sanitaria e la cantierabilità della struttura durante i lavori di costruzione, i lavori saranno realizzati per stralci, con il primo e più corposo stralcio funzionale che sarà completato entro 3 anni. Il progetto complessivo ammonta a 55 milioni di euro, con un investimento di 40 milioni per il primo stralcio, cofinanziati tra Governo, Regione e Ulss 5. La struttura sorgerà su un'area di 34.500 mq e si svilupperà in verticale su 8 livelli, per complessivi 277 posti letto. 

Durante la stessa inaugurazione il Governatore del Veneto è tornato sulla polemica, scoppiata la settimana scorsa durante una trasmissione tv, dei mancati controlli all'ospedale di Vicenza. «Prima di tutto - le parole di Zaia - mi scuso io con i pazienti oncologici del San Bortolo che non hanno ricevuto la visita di controllo post operatoria. Ho dato indicazione al nuovo d.g. Giovanni Pavesi di contattare con urgenza tutte le persone interessate per fissare l’appuntamento e ho chiesto al d.g. della nostra sanità Domenico Mantoan di attivare immediatamente un’approfondita ispezione. Vogliamo anche andare fino in fondo e individuare il responsabile di una decisione che non sta né in cielo né in terra, attraverso il lavoro dei nostri ispettori».
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Il Gazzettino