CASSOLA (VICENZA) - Si chiama Lenine Delgado l’operaio originario di Capo Verde ferito alla schiena con un fucile ad aria compressa mentre, giovedì scorso, lavorava...
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LA CARABINA
L’arma, una carabina “Stoeger” ad aria compressa del calibro di 4,5 millimetri, con tanto di mirino di precisione, è stata sequestrata insieme alle munizioni ritrovate in casa dell’uomo. Si tratterebbe di un’arma di libera vendita per cui non è richiesto porto d’armi o alcun genere di controllo. Difficile capire cosa ci sia davvero dietro il gesto di quest’uomo e anche se, dalle perquisizioni effettuate, non sono emersi elementi che facciano pensare a ragioni razziali, diventa facile trovare analogie con altri casi simili, alle cronache in questi giorni. Dopo la bambina Rom ferita nella Capitale per cui anche il presidente Mattarella aveva rilasciato delle dichiarazioni, è stato infatti denunciato solo ieri, un nuovo episodio ai danni di un richiedente asilo della Guinea, ospite di un centro d’accoglienza nel casertano. Saranno le indagini a stabilire le motivazioni che hanno portato Zangari a sparare. Sembra che l’uomo, pur vivendo a Cassola da quasi sei anni, non partecipasse in alcun modo alla vita cittadina. Non frequentava la chiesa, come spiega don Galdino Canova, parroco della parrocchia di San Marco Evangelista, che si affaccia proprio sulla piazza del Municipio, teatro degli avvenimenti. «Pur vivendo praticamente sulla stessa strada, non ho idea di chi sia questa persona», spiega don Galdino. Praticamente la stessa dichiarazione rilasciata dagli abitanti del circondario, dagli esercenti delle attività commerciali adiacenti alla piazza e all’abitazione dell’uomo, dallo stesso primo cittadino che si è sentito in dovere di spiegare come questo avvenimento non rispecchi, in alcun modo, il clima che si respira in città in relazione alla questione immigrati.
IL SINDACO
«Si tratta di un’azione da squilibrati», ha dichiarato senza mezzi termini il sindaco Aldo Maroso. «E spero che il colpevole sia perseguito senza attenuanti. Non conosco quest’uomo, se non attraverso i dati anagrafici che ho potuto consultare sui registri comunali, nemmeno i servizi sociali hanno mai avuto a che fare con questa famiglia. Fortunatamente le condizioni del signor Delgado non sono preoccupanti, e domani (oggi per chi legge) andrò a trovarlo per portargli gli auguri dell’intera amministrazione comunale». «Questo tuttavia non toglie gravità a quanto è successo», ha aggiunto infine Maroso. «Sparare in piazza è da squilibrati e non credo serva cercare motivazioni razziste. Nel nostro comune, tra l’altro, la questione dell’immigrazione non è vissuta come un’emergenza e non è mai stata motivo di tensioni sociali. Non un riflesso del contesto locale, quindi, ma semmai del clima generale che si respira in queste ultime settimane nel Paese». E all’indomani delle dichiarazioni del Presidente della Repubblica sul clima da Far West che raccontano le cronache nazionali, non si sono fatte attendere le dichiarazioni di quanti, commentando gli avvenimenti di Cassola, hanno fatto appello alla sensibilità dei cittadini. «Nell’esprimere tutta la nostra solidarietà alla vittima, non possiamo che guardare con grande preoccupazione al clima di razzismo e violenza che sta crescendo nel Paese», ha dichiarato Christian Ferrari, segretario generale della Cgil Veneto.
Maria Elena Mancuso Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino