VICENZA - «Loro fanno i burattini, noi non scherziamo». E' stato annunciato come un momento «per cominciare a tracciare una strada». In realtà...
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«Ma non ci saranno le associazioni più rappresentative dei medio e piccoli azionisti». A ricordarlo sono i portavoce del gruppo “Noi che credevamo nella BpVi”: «E' il solito teatrino della politica - proseguono - Hanno invitato le associazioni che, con il loro voto, hanno contribuito alla situazione attuale». E aggiungono: «L'appuntamento serve solo a ciarlare. Si tratta del secondo atto di quella che è nata come la commedia della popolare di Vicenza trasformata, per i piccoli azionisti, in una tragedia oggi diventata farsa».
Dura anche Liliana Zaltron, consigliera comunale dei 5 Stelle: «E' un incontro fuori tempo massimo, inutile ed interessato solo a cercare di salvare la faccia di chi avrebbe dovuto vigilare e denunciare». L'altro consigliere grillino, Daniele Ferrarin, punta il dito contro Variati: «E' grave che il sindaco prenda iniziative a difesa degli azionisti dopo aver respinto, con il voto della sua maggioranza, la richiesta di costituzione di parte civile - attacca -. Dovrà moralmente rispondere dell'impoverimento economico-finanziario di famiglie e imprese del territorio».
Tra tagli - si parla di 1500 esuberi su 5500 dipendenti - ipotesi di fusione con Veneto Banca, ricapitalizzazione e vendite immobiliari, i temi oggetto del confronto saranno innumerevoli. Senza contare l'azione di responsabilità, che dovrebbe essere approvata il 13 dicembre dall'assemblea degli azionisti. «Tenendo presente che oltre il 30% dei soci è residente nel Vicentino e il 56% nel Veneto, ci sembrava giusto riflettere su cosa si stia facendo, dove si stia andando e quali prospettive ci siano - commenta il primo cittadino del capoluogo berico - Sappiamo bene che la situazione è complessa, con 117mila azionisti che hanno perso i risparmi e si chiedono quando potranno recuperare qualcosa, e oltre 5mila dipendenti che guardano con preoccupazione al loro futuro, sapendo che gli ammortizzatori sociali non possono far fronte ai tagli prospettati». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino