Dieci anni fa il "sì" alla base Usa: torna il "presidio" dei No Dal Molin

Dal 12 al 26 gennaio sarà montato il tendone dei No Dal Molin
VICENZA - E' stato il simbolo della protesta «per la difesa dei beni comuni». Nato per contrastare la realizzazione della base Usa, il tendone dei No Dal Molin ha...

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VICENZA - E' stato il simbolo della protesta «per la difesa dei beni comuni». Nato per contrastare la realizzazione della base Usa, il tendone dei No Dal Molin ha ospitato manifestazioni, mostre, dibattiti. E' stato anche al centro di polemiche politiche per il presunto allestimento senza autorizzazioni. Ora quel tendone sta per tornare. A metà gennaio la struttura verrà montata nuovamente. Il periodo non è casuale. Il 16 gennaio del 2007, l'allora presidente del consiglio Romano Prodi dette il via libera alla costruzione della caserma americana, che sarebbe stata completata nel giro di poco tempo nonostante le contestazioni dei pacifisti.

 
A distanza di 10 anni da una scelta che, per dirla con le parole dei No Dal Molin, «calpestò la volontà popolare con una pesante imposizione alla città» torna dunque il presidio di strada Sant'Antonino, a due passi dalla Del Din e accanto all'ex aeroporto, destinato a diventare “parco della pace”. Per 15 giorni, dal 12 al 26 gennaio, ospiterà incontri e assemblee. «Siamo in cammino verso una società che ripudia la guerra e al primo posto mette la tutela della terra e la difesa dei beni comuni», precisano i responsabili.

Mel mirino un'altra battaglia: quella contro le grandi opere. Su tutte, le palazzine di Borgo Berga all'ex Cotorossi, l'Alta Velocità, la Valdastico sud e la Pedemontana. «Il Nordest è sottoposto a una continua cementificazione ed è divorato da opere inutili e dannose, facili prede per le lobby del capitalismo finanziario», rincarano i No Dal Molin. Il 17 dicembre alle 15.30 al centro sociale Bocciodromo di via Rossi i comitati interessati si riuniranno per concordare strategie e manifestazioni. «Vorremmo costruire una mobilitazione che metta insieme i “no” - concludono - Intediamo lottare contro la voracità dei potenti che cura gli interessi di pochi». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino