I cent'anni di nonna Domenica, la "vivandiera" dei partigiani della Valbrenta

Valbrenta Cavalli Domenica 100 anni
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VALBRENTA. Cento anni in splendida forma per nonna Domenica, classe 1919, festeggiati con un nugolo di familiari, parenti, amici e conoscenti. Una vita lunga e avventurosa quella di Domenica Cavalli vedova Cavallin con i ricordi lucidi dei periodi della giovinezza, della voglia di viaggiare in Italia e all’estero e anche quelli dei momenti tragici vissuti durante la seconda guerra mondiale e l’aiuto attivo ai partigiani che operavano in Valbrenta. Nata nel 1919 nella borgata di Giara Modon, a nord del centro abitato di Valstagna, a soli 8 anni ogni lunedì mattina nel periodo estivo con una sorella percorreva a piedi diversi chilometri per raggiungere la mulattiera nel comune dirimpettaio di San Nazario per salire sul massiccio del Grappa, in località Saccon, per aiutare i genitori nel lavoro della malga. Già da allora amava viaggiare e si faceva portare dal padre nei luoghi sul Grappa dove ai potevano ammirare gli splendidi paesaggi della pianura sottostante. A 19 anni coronò il sogno di raggiungere Roma dove lavorò per un paio d’anni come aiuto cuoca.




La guerra la costrinse a rientrare al paese, dove ebbe una parte attiva con la sorella come vivandiera dei partigiani, fra i quali il fratello, nascosti in una grotta della parete rocciosa che sovrasta il paese: il cibo veniva messo in un cesto ai piedi del dirupo e tirato su fino alla grotta dal fratello con una corda. Finita la guerra incontrò l’amore della sua vita, il marito Gino Cavallin, che sposò e dal quale ebbe due figli, Franco e Bruno, che l’hanno resa felicemente nonna. Un suo rimpianto è sempre stato quello di non aver potuto studiare, lei appassionata di tutte le materie scolastiche, convinta che «solo attraverso la cultura si può aspirare ad una vita migliore.» Memorabili i viaggi in treno con uno dei nipoti da Primolano a Bassano e, seppure ad una certa età, è riuscita a girare l’Italia e a visitare anche alcuni stati europei, con il cruccio, ma non si sa mai, di salire un giorno su un aereo. Auguri nonna Domenica. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino