BASSANO - È stata un’emozione fortissima e indimenticabile per la bellissima attrice Francesca Cavallin quella di martedì sera, 18 aprile, quando in occasione...
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In “Di Padre in figlia”, ambientata tra la fine degli anni ‘50 e i primi ‘80, Francesca interpreta Pina, una prostituta che realizza un percorso di autodeterminazione, diventando sarta e giocando un ruolo chiave nelle vicende dei protagonisti. «Amo da impazzire “la mia Pina” - confessa la Cavallin - perché ha una funzione maieutica, perché si evolve partendo dal basso conquistando, con coraggio e fierezza, dignità anche di fronte alle malelingue di paese. Ho fatto di tutto per entrare nel cast quando ho scoperto che giravano nella mia città. Mia nonna Mira poi - continua l’attrice - era sarta come Pina: i ditali che uso nella fiction sono proprio i suoi! Mia zia si è commossa quando mi ha visto in tv per quanto assomigliavo a sua mamma, anche con la sua stessa acconciatura. E poi, vi anticipo, Pina causerà un colpo di scena che ha un’attinenza pazzesca con la mia vita, ma non vi posso svelare di più».
A fine proiezione, molti amici e conoscenti le si sono avvicinati per farle i complimenti, ma qualche critica poi è venuta fuori, legata in particolare all’accento dei protagonisti: «L’accento veneto è rischiosissimo, - ha commentato l’attrice - i miei colleghi, soprattutto i romani, hanno dovuto fare un lavoro di fino. La Capotondi in particolare mi ha stupito: è stata straordinaria, ha un orecchio incredibile».
(Foto: MarcoSartoriPhoto) Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino