Fornaci rosse, tra aperitivi e bigoli chiusura con Camusso e D'Alema

Camusso e D'Alema hanno chiuso il festival Fornaci rosse
VICENZA - «Seguiamo il caso della Popolare di Vicenza e delle altre banche con grande attenzione. Vogliamo scelte che non sommino singole debolezze, ma puntino a gruppi...

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VICENZA - «Seguiamo il caso della Popolare di Vicenza e delle altre banche con grande attenzione. Vogliamo scelte che non sommino singole debolezze, ma puntino a gruppi bancari solidi. In caso contrario l'effetto sarebbe a catena, non solo sulla condizione della banca ma anche sull'economia sul territorio». Metti Susanna Camusso tra un aperitivo o una cena a base di bigoli al consiero. Oppure Massimo D'Alema dopo aver assaggiato le specialità degli chef Piergiorgio Casara e Giancarlo Riganelli.

 
Si è chiuso il sipario su Fornaci Rosse. Una chiusura con il botto, con due esponenti di spicco del mondo sindacale e politico. Dal 26 al 29 agosto al parco Fornaci si è parlato di politica e banche, ma non solo. Si è mangiato allo stand gastronomico e si sono acquistati libri nello spazi dedicati alla lettura. Ma si poteva anche ascoltare musica, partecipare a lezioni di skate o assistere ai laboratori per il riciclo delle biciclette a opera dei ragazzi di Cicletica Vicenza. Il festival, hanno spiegato i promotori dell'associazione Nuova sinistra, era aperto a tutti: «Voleva essere un ponte fra generazioni e impostazioni diverse, accomunate dalla volontà di rendere la società più libera e giusta».

Camusso era in città anche per l'assemblea dei 350 delegati Cgil tenutasi all'Alfa hotel Tra gli argomenti, il terremoto che ha colpito Umbria, Lazio e Marche, e il quadro economico generale. Sul sisma la numero uno della Cgil ha detto che «è necessario programmare una ricostruzione che parta innanzitutto dal tessuto economico e dalla possibilità di dare prospettive». Quanto al problema della disoccupazione, la sindacalista è stata chiara: «Bisogna smetterla di distribuire risorse a pioggia, invece di concentrarle in investimenti che diano lavoro. Si stanno riaprendo le vertenze legate a processi di ristrutturazione che non ci fanno ben sperare. Siamo più tra la deflazione e la stagnazione che dentro a un processo di ripresa».


Nel frattempo la Cgil, dopo la campagna a sostegno dei referendum abrogativi per la cancellazione dei voucher, il diritto al reintegro sul posto di lavoro in caso di licenziamento illegittimo e la garanzia del pagamento di stipendio e contributi ai lavoratori in appalto, si sta concentrando sul nuovo statuto dei lavoratori. «Dopo l'esplosione della precarietà - è il commento del segretario generale della Cgil vicentina Giampaolo Zanni - è giunto il momento di mettere mano all'impianto della normativa, per garantire i principi e i diritti fondamentali nel lavoro». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino