VICENZA/SAN VITO DI LEGUZZANO – Un “foreign fighter”, un fondamentalista islamico di San Vito di Leguzzano si è arruolato volontario nella “guerra...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Il parente feritore fuggì per essere preso e arrestato dai carabinieri di Schio dopo 30 ore. Anass El Morsli, ricoverato in ospedale a Santorso, una volta dimesso non sporse querela nei confronti dello zio, spiegando ai carabinieri che la lite era nata da una sorta di malinteso. La verità sul motivo del ferimento pare sia emersa ieri in tribunale a Vicenza, dove per Mohammed El Morsli, ora 50enne, è iniziato il processo per lesioni aggravate da uso di arma bianca. Nel dibattimento sono stati resi pubblici i verbali dell’interrogatorio fatto a suo tempo dai carabinieri a Mohammed El Morsli che avrebbe dichiarato di avere accoltellato il nipote per difendersi, perché era solito aggredirlo e picchiarlo come allenamento perché aveva aderito alla causa del jihad contro l’Occidente. Per lo zio il nipote era intenzionato a recarsi in Afghanistan per combattere. Affermazioni forti, che avevano indotto i carabinieri ad avvisare la polizia per un sopralluogo domiciliare, dove non sarebbero emersi a carico di Anass El Morsli documenti inneggianti al jihad. La cosa per il momento certa è che il giovane poco dopo le dimissioni dall’ospedale è scomparso nel nulla, lasciando casa e lavoro.
Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino