VALBRENTA. La nuova ciclopista e l’antico sentiero del Brenta continuano a far discutere. Anche l’incontro promosso a Pove dal comitato ‘Salviamo il sentiero del...
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Dall’altra, documenti alla mano, però, il presidente dell’Unione Montana Valbrenta, Luca Ferazzoli, spiega l’iter che ha portato alle conclusioni attuali. «Uno degli obiettivi primari della Comunità Montana è stato per anni il completamento della ciclovia - afferma Ferazzoli. - I comuni della Valbrenta nel 2009 hanno approvato il Pati (Piano di assetto territoriale intercomunale), alla cui formazione hanno partecipato pubbliche amministrazioni, associazioni, privati cittadini, nel quale è stata individuata la collocazione della ciclopista del Brenta. Dunque è assolutamente falso affermare che le amministrazioni hanno deciso contro la popolazione. Tutte le parti sociali hanno contribuito a stabilire dove dovesse passare la ciclovia».
Per quanto riguarda l’accesso su Bassano del Grappa, «due sono state le soluzioni individuate. Una in destra e l’altra in sinistra Brenta, lungo la strada comunale ora meglio definita sentiero del Brenta. Nel corso del mandato 2009-2014 il comune di Bassano ha approvato il progetto Aquas, adibendo il tratto a sentiero e di fatto escludendo la possibilità che la ciclopista potesse proseguire in destra Brenta lungo il fiume». Quando la Regione del Veneto ha approvato un bando per il finanziamento di ciclopiste finalizzate «alla promozione della mobilità sostenibile in aree di pregio ambientale e culturale, in un’ottica di miglioramento dell’offerta turistica», il cui requisito fondamentale era «la conformità delle opere progettate con gli strumenti urbanistici vigenti», all’Unione Montana si è quindi presentata la possibilità di vedere finanziata l’opera che il territorio richiedeva. «Il nostro progetto è stato discusso con i sindaci di Bassano, Tezze, Nove, Pozzoleone e Cartigliano ed approvato in una progettazione più ampia da parte della stessa Intesa. Dunque da tutte le categorie economiche del bassanese, dai sindacati, dalle pubbliche amministrazioni».
Nel frattempo la settimana scorsa è stato notificato un ricorso da parte del comune di Verona che «richiede l’annullamento del bando contestando alla Regione Veneto l’illegittimità del passaggio da bando alla regia ed anche su questo bisognerà ragionare». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino