Apprendista cadde dal tetto: a processo il titolare per lesioni colpose gravi

Il capannone in cui è accaduto l'infortunio
CASSOLA - L’imprenditore Giovanni Castellan, 47 anni, titolare dell’omonima azienda di Rosà che si occupa di smaltimento di rifiuti e bonifiche di...

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CASSOLA - L’imprenditore Giovanni Castellan, 47 anni, titolare dell’omonima azienda di Rosà che si occupa di smaltimento di rifiuti e bonifiche di amianto/eternit dovrà comparire davanti al giudice monocratico di Vicenza, perché dopo che il suo dipendente Francesco Sandri, 26 anni, il 18 maggio 2016 subì un grave infortunio apri a suo carico un provvedimento disciplinare scritto per una commessa “disattenzione” che avrebbe provocato l’infortunio. Una lettera inviata mentre il dipendente, all’epoca inquadrato come apprendista, era ricoverato in rianimazione.


Per la procura della Repubblica di Vicenza  Francesco Sandri è stato mandato allo sbaraglio dal suo datore di lavoro, Giovanni Castellan, a carico del quale il pubblico ministero dott.ssa Silvia Golin, a conclusione delle indagini preliminari sul grave infortunio, ha emanato il decreto di citazione diretta a giudizio per il reato di lesioni personali colpose. L’infortunio si verificò il 18 maggio. Dopo circa due mesi dall’assunzione Francesco Sandri, prima di concludere il corso di formazione per le operazioni con l'amianto con due colleghi (un 58anne assunto da sei mesi e  un 25nne con un’anzianità di 6 anni) è stato mandato in prima linea, alla sua prima bonifica alla Bizzotto Mariano, proprietaria di un capannone in via De Gasperi a Cassola, affittato ad altre aziende.

La squadra doveva sostituire il tetto in eternit e sono saliti Francesco Sandri e il 58enne. A un certo punto nel recuperare una smerigliatrice, sganciandosi per un istante dalla linea vita a cui era regolarmente allacciato, l'apprendista Sandri ha perso l’equilibrio: per non cadere ha appoggiato la mano su una fragile lastra in eternit da bonificare, che però ha ceduto: ha rotto la prima tettoia e il contro soffitto isolante, entrambi in eternit, ed è rovinato a terra dopo un volo di 6,40 metri, piombando sul sottostante pavimento della ditta Univer Telai, mentre gli operai erano al lavoro.

Le condizioni di Sandri sono apparse subito molto serie per le gravi lesioni riportate nella caduta, senza contare l’esposizione alla sostanza inquinante. Trasportato in elisoccorso all'ospedale San Bortolo di Vicenza e trasferito poi a Cittadella, Sandri è rimasto una decina di giorni in rianimazione e diversi altri in ortopedia. Alla fine si è salvato il dipendente, con una prognosi di diversi mesi: oltre al trauma cranico, ha riportato uno pneumotorace e polifratture varie (diverse costole e vertebre, ala-sacrale, clavicola, terzo e quarto metacarpo della mano), ed è rimasto a lungo ingessato e immobilizzato a letto, senza contare le possibili, future conseguenze per avere respirato le fibre di amianto. 


Mentre era in  rianimazione e prima che i competenti organi completassero le indagini per la ricostruzione dell’infortunio l’azienda ha scritto una lettera a Sandri con oggetto “procedimento disciplinare - contestazione”, «per non aver prestato la dovuta attenzione nell'effettuare il movimento che ha causato la caduta». Per tutelare i propri diritti il giovane, attraverso la consulente Linda Mazzon si è rivolto a Studio 3A, specializzato a livello nazionale nella valutazione delle responsabilità in ogni tipologia di sinistro, a tutela dei diritti dei cittadini. Dagli accertamenti è emerso che l’apprendista è stato mandato sul tetto senza il titolare, suo “tutor”, e che le coperture assicurative non sono risultate operanti. Per il sostituto procuratore Silvia Golin, a conclusione delle indagini preliminari correlate dalla relazione degli ispettori dello Spisal, Giovanni Castellan dovrà comparire direttamente dinanzi al giudice monocratico di Vicenza per rispondere del delitto di lesioni colpose gravi, senza passare per il filtro dell'udienza preliminare: la data deve essere ancora fissata. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino