Dopo 70 anni Anna perdona il partigiano Teppa che le ammazzò il padre

Valentino Bortoloso e Anna Vescovi
VICENZA/SCHIO - «L'atto che oggi si compie in questo giorno e in questo luogo ha un significato decisivo per la vita di queste due persone, ma anche per i familiari...

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VICENZA/SCHIO - «L'atto che oggi si compie in questo giorno e in questo luogo ha un significato decisivo per la vita di queste due persone, ma anche per i familiari delle vittime dell'eccidio di Schio, per l'Associazione Artigiani e per comunità civile e religiosa e diventa scuola di pace vera e di perdono autentico, per le giovani generazioni».


Così il vescovo di Vicenza Beniamo Pizziol ha voluto commentare la pace, a oltre 70 anni di distanza, tra la figlia del Podestà di Schio Anna Vescovi e il partigiano che lo uccise, Valentino Bortoloso. «Anna e Valentino - ha aggiunto il vescovo - mi hanno chiesto di essere testimone di questo evento, tra i più di difficili e sofferti che si realizzano nella storia, spesso tormentata e inquieta, degli essere umani. Siamo davanti a una donna che attraverso un percorso spirituale, sostenuto dalla riflessioni biblica e da una grande sensibilità umana, arriva a una tale libertà libera dello spirito, da iniziare la lettera inviata a colui che le ha ucciso il padre, mentre era ancora bambina, con queste parole: caro signor Valentino». «Queste semplici e mirabili parole - ha concluso monsignor Pizziol - sono riuscite a far cadere, in un attimo di tempo, le barriere dell'odio e delle rivendicazioni, per lasciar posto a sentimenti di pace e di misericordia, espressi concretamente da un commosso abbraccio di grazia e di perdono».

La vicenda di Valentino Bortoloso "Teppa" è stata di recente agli onori delle cronache per il riconoscimento dato e poi ritirato dalla ministro Pinotti.
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Il Gazzettino