VICENZA - Oltre 800 milioni per poco più di 6 chilometri: di fatto, quasi 130 milioni ogni mille metri di opere. L'Alta Velocità passa per...
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Entro il 2017 il consiglio comunale sarà chiamato ad approvare il disegno di Rfi Italferr che interessa il tratto dal bivio ovest a viale Risorgimento. I cantieri, invece, potrebbero aprire fra meno di 2 anni, nel 2019. Ma nel frattempo è polemica sul tracciato. «E' un progetto monco perché dimentica la parte est, che non sa quale sarà il passaggio del Tav», tuona Claudio Cicero, consigliere della lista "360 gradi".
Il treno intanto si è fermato in Comune con una mappa che riordina completamente la stazione centrale - con l'interramento dei parcheggi e dell'accesso da viale Roma - e ne individua un'altra in Fiera, prevede nuovi ponti su Retrone e Dioma, manda in pensione il cavalcavia dei Ferrovieri - sostituito da una sottovia - e ipotizza l'esproprio di 21 edifici.
Della cifra complessiva, 150 milioni veranno dirottati sulla mobilità locale come il filobus. Ma, come detto, con una novità. «In sintonia con le più avanzate tecnologie green utilizzate in Europa, sarà costituito da mezzi elettrici lunghi 18 metri che in 20 minuti viaggeranno per 12 chilometri dalla stazione della Fiera a viale Serenissima, ricaricandosi a ogni fermata», osserva l'assessore alla progettazione e sostenibilità urbana Antonio Dalla Pozza. Una cosa è certa: la città diventerà un cantiere a cielo aperto, con lavori che dureranno 6 anni. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino