È più facile al giorno d'oggi astenersi dal cibo o spegnere la chat sul telefonino? Probabilmente la prima. Per questo il prete della parrocchia di Genova...
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Scrive don Porcile nel post: «Mi piace molto l'idea di vedere Gesù che mi prende l'iPhone, me lo butta nel lago di Tiberiade, e mi dice: lascia le tue reti wireless, e seguimi».
Il post di don Porcile prosegue per proporre di occupare il tempo di e-silence con «relazioni vere, autentiche, non finte e virtuali. Due ore di chiacchiere. Di guardarsi negli occhi. Di parlarsi. O di dedicare questo tempo a chi è meno fortunato di noi». Poi, sbalordendosi dell'effetto valanga che ha fatto il suo post, parla ancora ai suoi fedeli telematici e non solo: «La vera sfida non è spegnere un cellulare ma ritrovare modi autentici e veri di comunicare. Quello che deve far pensare è che soltanto spegnendo qualcosa riusciamo a accenderne altre. E quello che deve far pensare ancora di più, è quando non riusciamo a spegnere. Quando ti manca il fiato se lo fai». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino