Riaprono i cinema, Luigi Lonigro: «Ora riaccendiamo motori in sala»

Riaperture, Luigi Lonigro: «Ora riaccendiamo motori in sala»
Dal 26 aprile ci sarà una «crescita costante e graduale di schermi che riprenderanno l'attività, non ci saranno riaperture di massa. Ci sono strutture come...

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Dal 26 aprile ci sarà una «crescita costante e graduale di schermi che riprenderanno l'attività, non ci saranno riaperture di massa. Ci sono strutture come quelle più grandi periferiche il cui pubblico è in prevalenza giovane, che non possono pensare di riaprire con la possibilità di effettuare l'ultimo spettacolo al massimo alle 19.30». Lo spiega all'ANSA Luigi Lonigro, presidente dei distributori nell'Anica e direttore di 01 Distribution, parlando del riavvio delle sale cinematografiche in zona gialla dal 26 aprile. Vari esercenti di città «riapriranno, si stanno dimostrando più pronti.

La concomitanza con gli Oscar, e le uscite di alcuni titoli di qualità che potrebbero vincere le statuette principali (fra i 'nominatì in arrivo in sala Nomadland, Minari, Mank, Una donna promettente, Pieces of a woman, Collective), gli ha dato un po più di motivazioni». Lonigro si aspetta all'inizio «riaperture importanti non dal punto di vista numerico ma qualitativo. I multiplex e la provincia partiranno un pò più tardi, e così anche il sud, visto che ad oggi, la Sardegna è ancora rossa e la maggiorparte delle altre regioni sono in zona arancione. Quando arriveranno «anche le riaperture, per ora annunciate a metà maggio delle catene The Space e Uci, che rappresentano il 40% del mercato, si potrà ipotizzare anche una copertura del 50%».

Si riparte «in condizioni peggiorative, perché ora c'è anche il coprifuoco (alle 22, ndr), ma l'ipotesi di un allentamento della misura per metà maggio ci fa essere speranzosi e ci permette di programmare le nuove uscite in sala». Gradualmente » e con grande pazienza« vogliamo »far riaccendere i motori del mercato, nella speranza non ci siano false ripartenze. Dobbiamo essere ottimisti e positivi e auspicare che tutto vada per il meglio. Abbiamo anche il grande dovere morale come distributori, soprattutto di cinema italiano, di tutelare i produttori e i talent, difendere chi per un film ha lavorato due anni e ha messo a rischio un«azienda». Comunque mai come «in questo momento i produttori hanno dato grande disponibilità e sono disposti a rischiare con noi». 

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Il Gazzettino