Pc e smartphone, scoperta una falla nei processori

Pc e smartphone, scoperta una falla nei processori
Una falla di sicurezza mette virtualmente a rischio tutti i computer e i dispositivi mobili e riguarda i processori delle principali aziende - Intel, Arm e Amd - e per gli esperti...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Una falla di sicurezza mette virtualmente a rischio tutti i computer e i dispositivi mobili e riguarda i processori delle principali aziende - Intel, Arm e Amd - e per gli esperti espone gli utenti al rischio di furto di password e altri dati. A scoprirlo, l'anno scorso, sono stati i ricercatori del Google Project Zero, che hanno informato i costruttori e gli sviluppatori dei sistemi operativi (Microsoft, Apple, Linux).


Intel in una nota ha minimizzato i rischi per gli utenti: la vulnerabilità «non ha il potenziale di corrompere, modificare o eliminare dati». Fa però discutere il caso del suo Ceo, Brian Krzanich, che nel novembre scorso ha venduto azioni di Intel per 24 milioni di dollari. All'epoca era a conoscenza della falla, ma la società nega che ci siano correlazioni. Nel dettaglio, gli esperti hanno scoperto due falle diverse. La prima, battezzata «Meltdown», interessa Intel ed è stata individuata in modo indipendente da tre gruppi di ricercatori (il Politecnico austriaco di Graz, la società tedesca di sicurezza informatica Cerberus e il Project Zero di Google), mentre la seconda, «Spectre», coinvolge sia Intel che Arm e Amd, ha due varianti ed è stata svelata dal team di Google.

Tutte le falle hanno a che fare con la cosiddetta «esecuzione speculativa», una funzionalità con cui i processori, per velocizzare le operazioni, cercano di intuire quale strada tra due possibili è più probabile che venga presa, iniziando quindi a eseguire i calcoli prima di ricevere le istruzioni. Stando ad alcuni esperti, gli aggiornamenti di sicurezza per far fronte alle falle potrebbero rallentare tra il 5 e il 30% i processori Intel. Secondo la società, comunque, «per i normali utenti di computer l'impatto sulle performance non dovrebbe essere significativo e sarà mitigato nel corso del tempo». Nel frattempo gli aggiornamenti stanno arrivando. Microsoft ha rilasciato l'update per Windows 10, mentre quello per le versioni più vecchie del sistema operativo arriverà il 9 gennaio. Apple ha rilasciato l'aggiornamento 10.13.2 di MacOS e ha annunciato miglioramenti nel 10.3.3, Google ha reso noto di aver aggiornato Android e Chrome OS
.

«La vulnerabilità è probabilmente la più grave di questi ultimi anni. Prevedo un impatto superiore a quanto affermano le cronache internazionali e le aziende coinvolte», ha detto l'esperto di sicurezza Raoul Chiesa. Secondo quest'ultimo, «i rischi riguardano anche l'Internet delle cose, smart tv, auto di nuova generazione tra cui nuovi modelli di Bmw, Audi, Crysler, Ford, Honda, Mazda, Opel, il settore gaming».


«È stata scoperta una vulnerabilità hardware che affligge la quasi totalità dei sistemi informatici esistenti - spiega Hassan Metwalley, fondatore della società di sicurezza informatica Ermes Cyber Security - Tutti i processori Intel e diverse famiglie di processori Arm ed Amd prodotti negli ultimi 20 anni danno la possibilità a qualsiasi hacker di leggere la memoria del dispositivo informatico, mettendo a rischio quindi tutte le informazioni altamente sensibili salvate su di esso. Questa vulnerabilità, che é sfruttabile anche da semplici codici Javascript eseguibili dai vari browser, dimostra come il malvertising (malware diffusi tramite pubblicità sul Web) e, più in generale gli attacchi che prendono di mira i singoli dipendenti sul Web, rappresentino una minaccia sempre più concreta e pericolosa per le aziende che, invece, sembrano sottovalutare questo tipo di minacce». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino