Biathlon, la Wierer e l'anno d'oro: «Neppure da bambina sognavo di diventare così brava»

Biathlon, la Wierer e l'anno d'oro: «Neppure da bambina sognavo di diventare così brava»
Alle sette della sera Dorothea Wierer scalpita nella hall dell’hotel dell’Italia. A breve la attende la serata di gala della Federazione internazionale, prima...

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Alle sette della sera Dorothea Wierer scalpita nella hall dell’hotel dell’Italia. A breve la attende la serata di gala della Federazione internazionale, prima però risponde al telefono alle domande del Messaggero.

Cosa ha provato sollevando la sfera di cristallo?
«Ancora non ho realizzato quello che ho combinato. Sono però contentissima, perché non è stato facile. La concorrenza era tanta e la stagione è stata lunghissima». 
L’aveva sognato un finale così?
«No. Quando ero bambina non potevo immaginare che nello stesso anno avrei vinto la Coppa e il Mondiale»..
Meglio il globo di cristallo o l’oro iridato?
«Preferisco la coppa, perché premia l’atleta più costante. Al Mondiale a volte vince chi ha più fortuna».
Si rende conto di aver scritto la storia?
«Sono orgogliosa di quello che ho fatto e di far parte di una Nazionale così forte. Siamo pochi atleti in Italia a fare biathlon, ma abbiamo passione e diamo sempre tutto».
Come giudica la sua annata?
«Tutto ha funzionato benissimo, a partire dal rapporto con gli allenatori e con lo staff tecnico. La cosa migliore è stata che non mi sono mai ammalata. Questo mi ha consentito di essere continua sebbene in qualche gara non ho reso al massimo. Ma d’altronde non siamo macchine, quindi l’errore ci può stare. Anche nei giorni negativi sono però riuscita a crescere sia nel tiro che nel fondo».
Quanto è stato importante il duello con Lisa Vittozzi?
«Negli anni scorsi ero da sola, quest’anno la presenza di Lisa mi ha spinto a migliorare ancora di più. La competizione serrata ha stimolato entrambe a vicenda».
Nel week-end finale ha gestito la pressione meglio di Lisa. 
«Il fatto di avere tanti impegni anche fuori dalle gare mi ha abituato a reggere più cose in contemporanea».
Cosa si aspetta dopo questo trionfo?
«Sarei felice se il biathlon avesse maggiore spazio sulla tv italiana, perché è uno sport bellissimo e tutti quelli che lo guardano si appassionano». 
A chi dedica questa vittoria?
«A tutta la squadra, agli allenatori, alla federazione, al mio gruppo sportivo delle Fiamme Gialle, agli sponsor, ai tifosi e alla famiglia».
La prossima sarà la sua ultima stagione?

«Mi concentrerò al massimo per tutto l’inverno e punterò al Mondiale di Anterselva, poi si vedrà». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino