Il pugile che sfida la tela arriva all'anfiteatro romano il film su Artaserse Conti

Il pugile che sfida la tela arriva all'anfiteatro romano il film su Artaserse Conti
TERNI L’arte e lo scontro. Artaserse Conti stavolta non è salito sul ring nè si è messo davanti alla tela bianca. Invece di infilarsi i guantoni o...

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TERNI L’arte e lo scontro. Artaserse Conti stavolta non è salito sul ring nè si è messo davanti alla tela bianca. Invece di infilarsi i guantoni o impugnare i pennelli, è finito davanti la macchina da presa di due registi ternani. A fare da cornice è Terni, protagonista con lui di un racconto a metà tra la fiction e il documentario. Dall’incontro con Cristiano Carotti e Desiderio nasce ‘Artaserse’ il film che porta il suo nome. 

«Doveva essere un documentario, ma poi è diventato qualcosa di unico nel suo genere» spiegano Carotti e Desiderio che hanno scritto e girato il film firmandosi con il nome Versus. Dopo la partecipazione al Modena via Emilia doc Festival, al Corto Dino De Laurentis Film Festival e le presentazioni a Bologna, Roma e Milano, ‘Artaserse’ arriva finalmente a Terni. Venerdì 4 settembre all’anfiteatro Fausto la proiezione sarà preceduta da un talk introduttivo con i registi, il protagonista e l’autore della colonna sonora originale Alessandro Deflorio. Intorno a Serse che interpreta se stesso ruotano gli altri personaggi, attori professionisti e non: un collezionista compulsivo e faccendiere, un oste amico che si fa pagare pranzi e cene con i quadri, un grillo parlante amico di vecchia data e un musicista elettronico talentuoso ma dalla vita decisamente tormentata. 

Nato nel 1943, operaio delle acciaierie Thyssen Krupp in pensione, Serse è stato pugile talentuoso in gioventù, poi allenatore «un po’ suonato, ma appassionato e ancora attivo» come lo hanno definito Cristiano Carotti e Desiderio, ma soprattutto da tutta la vita è un pittore. «E’ stata un’esperienza divertente, mi sono trovato a mio agio - racconta Serse - non posso dire che fare un quadro sia come salire sul ring. Le idee per dipingere? Mi vengono all’improvviso. L’ultimo quadro che ho fatto è su San Francesco seduto. Ho avuto questa inclinazione sin da bambino, a 5-6 anni facevo i pupazzetti. Poi ho cominciato a dipingere, ho venduto qualche quadro e mi sono tolto delle soddisfazioni. Ma non mi vanto, resto una persona modesta». Nel film il personaggio del gallerista lo paragona a un Ligabue di provincia e fioccano anche i riferimenti a Van Gogh che non ebbe successo fin quando rimase in vita: «Per carità, mi viene da ridere - si schernisce Serse - io dipingo per passione». Il film solleva anche una provocazione: «L’arte è vista come un incontro di boxe tra il pittore e la tela. Ma che cos’è l’arte? Chi decide chi è un artista? Se non esisti per il ‘sistema arte’ non ti puoi definire tale? Il dualismo tra arte e pugilato nel film viene sempre fuori grazie a Serse che recita se stesso in un incontro-scontro con questo mondo - spiegano i registi - è un film sperimentale e unico a suo modo, non esiste un prodotto cinematografico con queste caratteristiche. Siamo partiti con un plot prestabilito che poi si è sviluppato in modo autonomo: nasce come documentario e a un certo punto diventa fiction dove i personaggi interpretano se stessi in un futuribile creato da noi. E’ una convergenza amichevolmente conflittuale di stili, punti di vista e metodo, di due artisti che tentano di raccontarne un terzo, in pieno stile Versus». Il film è dedicato al fotografo ternano Sergio Coppi, scomparso nel 2016, autore della foto utilizzata per la locandina del film. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino