Se tra gli invitati c'è il coronavirus la voglia di festeggiare passa subito. Il cluster di Zara, innescato - come appare ormai chiaro - dall'Adria Tour, torneo...
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In attesa di conoscere il risultato del tampone al quale si è sottoposto il primo ministro croato Andrej Plenkovic, che sabato era a Zara ed ha incrociato Djokovic, oltre ai croati Marin Cilic e Goran Ivanisevic. «L'incontro è durato due-tre minuti, non ci sono state strette di mano, né un contatto fisico diretto, ma il premier ha comunque deciso di fare il test» è stato riferito dal governo di Zagabria. Lo stesso Djokovic è subito rientrato a Belgrado per sottoporsi al test, così come la sua famiglia ed i membri dello staff tecnico. La capitale serba a metà giugno aveva ospitato la prima tappa dell'Adria Tour ed oggi la Stella Rossa ha annunciato che cinque giocatori sono risultati positivi. Sabato, in occasione della consegna della coppa ai campioni di Serbia, le immagini tv hanno mostrato lo stadio gremito da 20mila tifosi, quasi zero mascherine ed i giocatori che si abbracciano sul campo e poi vanno a cena insieme senza alcuna precauzione. Nulla in contrasto con le direttive delle autorità sanitarie locali.
Lo stesso Djokovic aveva risposto alle critiche sullo scarso distanziamento sociale evidenziando che nei Balcani il coronavirus era stato ben contrastato. Nessun problema, quindi. Ma questo era prima... che Dimitrov e Coric annunciassero di essere stati contagiati. E ora il tennis ha paura. «Ecco cosa succede quando non si rispettano i protocolli. NON È UNO SCHERZO» ha twittato l'australiano Nick Kyrgios. Si teme un catastrofico effetto domino perché all'Adria Tour hanno partecipato anche Dominic Thiem e Alexander Zverev. Quest'ultimo è risultato negativo, così come Cilic e Rublev, i quali hanno annunciato che si metteranno comunque in quarantena per due settimane.
Il Gazzettino