Ancora un incidente diplomatico per Carlo Tavecchio: dopo la gaffe su "Optì Pobà", che aveva caratterizzato la campagna elettorale prima della sua elezione alla presidenza Figc,...
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«Io non ho nulla contro gli ebrei - aggiunge, nella sintesi audio, della durata di poco meno di un minuto - sono stato il primo a sostenerli nella mia vita: sono stato direttore di 28 filiali in Lombardia e c'erano tre filiali che andavamo meglio, perché c'erano direttori ebrei. Però è meglio tenerli a bada». A proposito di un omosessuale, di cui si parla nel colloquio, Tavecchio affermerebbe: «Io non ho niente contro di loro, ma è meglio tenerli lontani da me».
L'ACCUSA
«Le indecenti affermazioni antisemite e omofobe del presidente della Federcalcio Carlo Tavecchio costituiscono un fatto gravissimo e un danno di immagine immenso per la credibilità dello sport nazionale e delle sue istituzioni».
LA DIFESA
Il presidente Figc si difende: «Sono evidentemente vittima di un ricatto, non ricordo le parole usate in quella conversazione, che potrebbe essere manipolata».
LA REPLICA
«Nessun ricatto, Tavecchio mente: a rinunciare ai finanziamenti sono stato io»: così Massimiliano Giacomini, direttore del quotidiano on line SoccerLife, risponde al presidente della Figc che sulle sue frasi registrate su ebrei e omosessuali si dice "vittima di un ricatto" per non aver concesso finanziamenti al giornale.
LA POLEMICA
«Sono una vergogna le parole antisemite di Tavecchio. Lo sport deve unire le religioni e nazioni e sopratutto chi lo rappresenta ha il dovere di farlo. Sempre». Lapo Elkann reagisce così, su Instagram, alle frasi offensive contro ebrei e omosessuali
attribuite a Carlo Tavecchio. Il nipote dell'Avvocato
ha poi aggiunto hashtag, #sporthasnoboundaries #stopracism.
Il Gazzettino