Nadal è (ancora) troppo forte: al Roland Garros Sinner si inchina al Re della Terra

Nadal è (ancora) troppo forte: al Roland Garros Sinner si inchina al Re della Terra
C'è poco da fare e anche da raccontare quando in campo ci va un Rafael Nadal così. Se il campo è tinto di un rosso simil marrone, e si...

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C'è poco da fare e anche da raccontare quando in campo ci va un Rafael Nadal così. Se il campo è tinto di un rosso simil marrone, e si respira aria parigina, poi, il copione è già scritto. C'è solo da recitarlo.

Ed è quello che fa, purtroppo, il nostro Jannik Sinner, comunque best supporting actor di un protagonista che al Roland Garros è anche regista, scenografo e costumista indiscusso ormai dal 2005, quando nemmeno ventenne alzò al cielo il primo Slam della sua vita e che già allora si sapeva non sarebbe stato l'ultimo. 

Solo il primo set ha qualcosa da dirci, quando il numero due tra gli azzurri prova con miscela di sfrontatezza e di incoscienza a mettere paura al maiorchino, che su questi campi ne ha vissute di ben peggiori. E su quel 3-5 che lo vede sotto nella prima ripresa, Rafa riveste la maschera del Regnante di Francia in era Open, quello che qui, sino ad oggi, aveva vinto centoquattro incontri e ne aveva persi solo due, dispersi ormai nella Notte dei Tempi.

Sinner lascia l'Ile de France sconfitto ma non del tutto vinto. Che Nadal sia ancora un passo avanti, forse due, lo si sapeva già, ma il messaggio che l'altoatesino nasconde fra le righe, mentre sfila lento e mesto dall'uscita del Philippe-Chatrier, è che anche l'Italia tennistica avrà il suo Re, magari non subito, ma di sicurò ce l'avrà.

 

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Il Gazzettino