Kobe Bryant morto, la lettera d'addio al basket

La lettera d'addio al basket di Kobe Bryant
Nel giorno del suo ritiro, nel 2015, dopo 20 anni passati sui parquet, Kobe Bryant scrisse una lettera che emozionò il mondo non solo dello sport. Una lettera d'amore...

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Nel giorno del suo ritiro, nel 2015, dopo 20 anni passati sui parquet, Kobe Bryant scrisse una lettera che emozionò il mondo non solo dello sport. Una lettera d'amore per quel gioco che è stata la sua vita, a partire dai primi giorni vissuti nelle palestre italiane di Rieti, Montecatini, Pistoia e Reggio Emilia, dove giocava il papà Joe. Da quella lettera nacque l’idea di un cortometraggio - Dear Basketball - realizzato con il regista e animatore Glen Kean. E siccome Kobe, il Black Mamba, ha sempre avuto il morso vincente con quel corto - dopo i titoli Nba e l'oro olimpico - è arrivato anche il premio Oscar nel 2018.


Questa la lettera: 

Caro basket,
dal momento in cui ho cominciato ad arrotolare i calzini di mio padre
e a lanciare immaginari tiri della vittoria nel Great Western Forum
ho saputo che una cosa era reale:
mi ero innamorato di te
Un amore così profondo che ti ho dato tutto
dalla mia mente al mio corpo
dal mio spirito alla mia anima.
Da bambino di 6 anni
profondamente innamorato di te
non ho mai visto la fine del tunnel.
Vedevo solo me stesso
correre fuori da uno.
E quindi ho corso.
Ho corso su e giù per ogni parquet
dietro ad ogni palla persa per te.
Hai chiesto il mio impegno
ti ho dato il mio cuore
perché c’era tanto altro dietro.
Ho giocato nonostante il sudore e il dolore
non per vincere una sfida
ma perché TU mi avevi chiamato.
Ho fatto tutto per TE
perché è quello che fai
quando qualcuno ti fa sentire vivo
come tu mi hai fatto sentire.
 
Hai fatto vivere a un bambino di 6 anni il suo sogno di essere uno dei Lakers
e per questo ti amerò per sempre.
Ma non posso amarti più con la stessa ossessione.
Questa stagione è tutto quello che mi resta.
Il mio cuore può sopportare la battaglia
la mia mente può gestire la fatica
ma il mio corpo sa che è ora di dire addio.
E va bene.
Sono pronto a lasciarti andare.
E voglio che tu lo sappia
così entrambi possiamo assaporare ogni momento che ci rimane insieme.
I momenti buoni e quelli meno buoni.
Ci siamo dati entrambi tutto quello che avevamo.
E sappiamo entrambi, indipendentemente da cosa farò,
che rimarrò per sempre quel bambino
con i calzini arrotolati
bidone della spazzatura nell’angolo
5 secondi da giocare.
Palla tra le mie mani.

5… 4… 3… 2… 1…
Ti amerò per sempre,
Kobe Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino