Fognini: «Contava solo vincere. Nadal? L'ho già mandato a casa altre volte…»

Fognini: «Contava solo vincere. Nadal? L'ho già mandato a casa altre volte…»
Entra in sala stampa con il telefono in mano, dopo aver risposto all’ennesimo messaggio ricevuto con i complimenti per la vittoria, Fabio Fognini. Il 30enne sanremese...

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Entra in sala stampa con il telefono in mano, dopo aver risposto all’ennesimo messaggio ricevuto con i complimenti per la vittoria, Fabio Fognini. Il 30enne sanremese commenta soddisfatto in conferenza il successo per 6-4, 6-4 contro il tedesco Peter Gojowczyk al Centrale del Foro Italico. Dopo esseri imposto ieri sull’austriaco Thiem, il tennista azzurro n.21 del ranking è già proiettato ai quarti, dove affronterà uno tra Nadal e Shapovalov.

 
Gara. «Non importa come ho vinto. Possiamo parlare di come ho giocato, ero teso più degli altri giorni e si è visto. L’ho superata e sono ai quarti che è la cosa più importante. Ero più nevoso del solito, ma non continuiamo a parlarne. Ora voglio fare bene nei quarti di finale».

Avversario. «Gojowczyk lo conoscevo poco, sono sincero. Ha vinto un solo torneo, e non so quale sia. Ha un rovescio molto buono e sulle superfici veloci non vorrei intronarlo perché è pericoloso. Ho giocato bene in momenti importanti, avevo le gambe dure per la tensione».

Quarti. «Se dovessi incontrare Nadal ai quarti? Più volte l’ho mandato a casa scontento, ma è il numero 1 nella storia. Se dovessi affrontarlo, sarà una partita in salita. Sempre se vincerà, perché da Shapovalov che è giovane ne vedremo delle belle. Sono venuto agli Internazionali senza aspettative, giocando i due tornei precedenti male e con un brutto feeling. Ora ho vinto tre buone partite. E’ il torneo più importante per me sulla terra e voglio giocarlo nel migliore dei modi».

Momento. «Sto bene. Ho ritrovato la risposta di rovescio stando più dietro. Ho giocato due tornei in altura. Sto gestendo bene il servizio, avere un punto gratis o un ace per game vuol dire tanto. Sto facendo bene in entrambe le cose».


Allenatore. «Difficile dirlo. Franco (Davin, ndr) e José (Perlas,ndr) sono i migliori che ho avuto in carriera, ma sono diversi. José parla molto, mentre a Davin bisogna tiragli fuori le parole di bocca. Sono due grandi allenatori. Volevo qualcosa di nuovo. Qualche stimolo in più e pensavo che Franco fosse la persone giusta. Finché avrò la testa, continueremo a lavorare. Credo di aver fatto un’ottima scelta. Spero di lavorarci fino a fine carriera». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino