Gli alpini: «All’adunata attenti a provocazioni e trappole femministe». Dopo Rimini gli allarmi sulle chat

I messaggi delle Penne Nere trevigiane in vista del raduno in Friuli dall'11 al 14 maggio

Adunata nazionale degli alpini a Rimini nel 2022
TREVISO/UDINE - “Non cedete alle provocazioni, avranno complici che filmeranno per aver prove valide sulle molestie solo per farsi pubblicità”. Questo il...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

TREVISO/UDINE - “Non cedete alle provocazioni, avranno complici che filmeranno per aver prove valide sulle molestie solo per farsi pubblicità”. Questo il messaggio che da qualche giorno gira tra le chat degli alpini trevigiani e non solo. Messaggi allarmistici, che invitano a prestare attenzione e, soprattutto, a evitare di cadere nelle trappole che qualche fantomatico gruppo femminista potrebbe tendere alle Penne Nere che dalla prossima settimana invaderanno pacificamente Udine. Si parla di atti provocatori architettati da esagitati per gettare ancora fango sul buon nome dell’Ana. Gli echi di quanto accaduto nel 2022 a Rimini, le accuse di molestie sessuali avanzate dall’associazione “Non una di meno” che hanno turbato la festa delle Penne Nere poi rivelatesi infondate al punto che l’Ana dopo tutte le verifiche del caso ha firmato decine di querele per diffamazione e per difendere il buon nome dell’intero corpo, non si sono ancora spenti. E tanti temono che qualcuno possa creare ad arte altri casi per mettere in difficoltà gli alpini in una città simbolo. E in vista dell’adunata di Udine, che inizierà giovedì e si concluderà con la sfilata di domenica, si corre ai ripari invitando alla prudenza con un tam-tam fatto di messaggi più o meno ufficiali.


LA LINEA
«Questi messaggi che stanno girando nelle varie chat - spiega Marco Piovesan, presidente della sezione di Treviso - non sono ufficiali, non hanno un’origine unica Ma più che altro sono inviti fatti a titolo personale da un alpino all’altro, semplici raccomandazioni a stare attenti. Noi non vogliamo polemiche, quanto accaduto a Rimini fa parte del passato. Le cose sono state chiarite e siamo in buoni rapporti con tutti. Nel corso dell’anno l’Ana ha fatto un grande lavoro nelle sezioni soprattutto per insegnare a comunicare in modo corretto in occasione di queste grandi manifestazioni. Poi siamo persone adulte, alpini. E sappiamo come comportarci, sempre nel rispetto di tutti. Ci mancherebbe altro». Intanto però gli avvisi a stare attenti si susseguono e un po’ di tensione cresce. «Siamo tranquilli - smorza Piovesan - non c’è bisogno di fare nessun appello ufficiale. In questi giorni alcuni soci si stanno scambiando qualche messaggio, ma a livello personale. E sapranno comportarsi bene. Come sempre. Le polemiche le lasciamo agli altri». 


MOBILITAZIONE


Nel frattempo la Marca si sta mobilitando. Si ipotizza che possano muoversi verso il Friuli circa 10mila alpini dell’Ana, quattromila solo dal capoluogo. Del resto il richiamo di Udine è fortissimo. Le quattro sezioni povinciale sono in fermento. Udine, oltre a essere geograficamente vicina, è una città alpina, un simbolo. E nessuno vuole mancare all’appuntamento. Generazioni di trevigiani hanno svolto il servizio militare sotto lo stemma della Julia, hanno faticato per mesi tra le dure montagne della Carnia, presidiato i confini ai tempi della Guerra Fredda, condiviso con la popolazione negli anni Settanta il dramma del terremoto e contribuito alla ricostruzione di una regione che non ha mai dimenticato tanta generosità. Qualche alpino trevigiano è già partito arrivando a Udine con largo anticipo: sono gli specialisti nei campi base, gli addetti alle tende e all’allestimento di capannoni e ricoveri, gli avamposti della logistica incaricati di preparare tutto. Come da tradizione, ogni gruppo - sono 89 quelli trevigiani - si sta muovendo autonomamente. L’unico aiuto arriva dall’organizzazione friulana che ha messo a disposizione ogni genere di struttura, palestre e sedi delle Pro loco comprese, in un raggio di 30 chilometri da Udine. Tanto per dire: gli Alpini, non solo quelli trevigiani, hanno prenotato alberghi fino a Grado. E anche a Jesolo dove, per i giorni dall’11 al 14 maggio, non ci sono più letti liberi.

 

Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino