TREVISO/UDINE - “Non cedete alle provocazioni, avranno complici che filmeranno per aver prove valide sulle molestie solo per farsi pubblicità”. Questo il messaggio che da qualche giorno gira tra le chat degli alpini trevigiani e non solo. Messaggi allarmistici, che invitano a prestare attenzione e, soprattutto, a evitare di cadere nelle trappole che qualche fantomatico gruppo femminista potrebbe tendere alle Penne Nere che dalla prossima settimana invaderanno pacificamente Udine.
LA LINEA
«Questi messaggi che stanno girando nelle varie chat - spiega Marco Piovesan, presidente della sezione di Treviso - non sono ufficiali, non hanno un’origine unica Ma più che altro sono inviti fatti a titolo personale da un alpino all’altro, semplici raccomandazioni a stare attenti. Noi non vogliamo polemiche, quanto accaduto a Rimini fa parte del passato. Le cose sono state chiarite e siamo in buoni rapporti con tutti. Nel corso dell’anno l’Ana ha fatto un grande lavoro nelle sezioni soprattutto per insegnare a comunicare in modo corretto in occasione di queste grandi manifestazioni. Poi siamo persone adulte, alpini. E sappiamo come comportarci, sempre nel rispetto di tutti. Ci mancherebbe altro». Intanto però gli avvisi a stare attenti si susseguono e un po’ di tensione cresce. «Siamo tranquilli - smorza Piovesan - non c’è bisogno di fare nessun appello ufficiale. In questi giorni alcuni soci si stanno scambiando qualche messaggio, ma a livello personale. E sapranno comportarsi bene. Come sempre. Le polemiche le lasciamo agli altri».
MOBILITAZIONE
Nel frattempo la Marca si sta mobilitando. Si ipotizza che possano muoversi verso il Friuli circa 10mila alpini dell’Ana, quattromila solo dal capoluogo. Del resto il richiamo di Udine è fortissimo. Le quattro sezioni povinciale sono in fermento. Udine, oltre a essere geograficamente vicina, è una città alpina, un simbolo. E nessuno vuole mancare all’appuntamento. Generazioni di trevigiani hanno svolto il servizio militare sotto lo stemma della Julia, hanno faticato per mesi tra le dure montagne della Carnia, presidiato i confini ai tempi della Guerra Fredda, condiviso con la popolazione negli anni Settanta il dramma del terremoto e contribuito alla ricostruzione di una regione che non ha mai dimenticato tanta generosità. Qualche alpino trevigiano è già partito arrivando a Udine con largo anticipo: sono gli specialisti nei campi base, gli addetti alle tende e all’allestimento di capannoni e ricoveri, gli avamposti della logistica incaricati di preparare tutto. Come da tradizione, ogni gruppo - sono 89 quelli trevigiani - si sta muovendo autonomamente. L’unico aiuto arriva dall’organizzazione friulana che ha messo a disposizione ogni genere di struttura, palestre e sedi delle Pro loco comprese, in un raggio di 30 chilometri da Udine. Tanto per dire: gli Alpini, non solo quelli trevigiani, hanno prenotato alberghi fino a Grado. E anche a Jesolo dove, per i giorni dall’11 al 14 maggio, non ci sono più letti liberi.
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