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UDINE - Da una parte, lo «spazio di decompressione» vietato agli uomini promosso dalle giovani femministe in Borgo stazione in occasione dell'Adunata, dall'altra, poche centinaia di metri più in là, in una piazza del centro l'avvistamento di affabili signorine che sugli abiti portavano il logo di un locale sexy che sorge appena oltre il confine con l'Austria, a Villaco. Anche questo c'è a contorno dell'Adunata Alpini 2023. In un volantino diffuso nei giorni scorsi, le femministe hanno lanciato (con un calembour non poi così nascosto), "I tre giorni della Dilda", dove l'acronimo sta per «Distruggi, infuriati, liberati e debella gli alpini»: nel tam tam le donne spiegano di aver deciso di «affrontare la situazione dal nostro posizionamento femminista, transfemminista e di dissidenze sessuali e di genere».
Il che, tradotto, vuol dire: «utilizzare lo spazio autogestito» in una via di Borgo stazione «per noi e tra noi come avamposto di resistenza, di critica antimilitarista, uno spazio sicuro di decompressione, luogo di sorellanza per instaurare complicità e condividere pratiche di autodifesa, ma anche per la socialità».
Le polemiche sulle molestie sono entrate, seppur di striscio, anche nel discorso del sindaco. Alberto Felice De Toni, come suo costume, ha puntato a stemperare gli animi. «Oggi noi, l'Ana e il Comune - ha ricordato -, abbiamo voluto unirci in difesa delle donne in uno striscione che è stato esposto in piazza della Libertà», che fa parte del progetto di sensibilizzazione dell'associazione. «Ed io, come sindaco della città - ha aggiunto De Toni -, non posso che unirmi all'Ana in questa necessità di tolleranza zero verso chi non rispetta le donne e sentirmi ancora più fiero e orgoglioso di essere qui con gli alpini e festeggiare ed emozionarmi».
C.D.M.
Il Gazzettino