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I terremoti
Negli ultimi due giorni, l’attività sismica in corrispondenza dell’intrusione di magma è rallentata, ma questo non significa che le probabilità di un’eruzione siano diminuite. Dalla mezzanotte del 12 novembre, sono stati registrati circa 1.000 terremoti, tutti di magnitudo inferiore a 3. La maggior parte dei terremoti è localizzata ad una profondità di 3-5 km, ovvero nella porzione inferiore della frattura intrusa dal magma. L’attività sismica più recente si è concentrata nel settore nord e in mare a sud-ovest di Grindavik, come mostra la mappa di fig. 1. Per questo motivo, secondo i ricercatori islandesi è aumentata anche la probabilità di un’eruzione sottomarina ed è necessario prepararsi anche alla possibilità di attività esplosiva. Le misurazioni GPS delle ultime 24-36 ore mostrano che la deformazione associata all’intrusione di magma formatasi venerdì 10 novembre è rallentata. Ciò suggerisce che il magma si stia avvicinando alla superficie, ma al momento nessun modello è stato ancora elaborato per stimarne con precisione la profondità.