Stefano Tacconi a Verissimo con tutta la famiglia, dagli esordi all'aneurisma: come sta l'ex portiere? «Padre Pio mi ha dato la forza di lottare»

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La Juve

Dopo 3 stagioni in cui colleziona 105 presenze in biancoverde fra campionato e Coppa Italia, su Tacconi mette gli occhi la Juventus, che individua nel portiere umbro l'erede ideale di Dino Zoff. Quando approda a Torino con Vignola nel 1983, c'è una Juventus stellare, guidata da Giovanni Trapattoni, con Dino Zoff come suo preparatore. La prima in campionato è contro l'Ascoli, a Torino, e Tacconi è subito protagonista con un rigore parato a De Vecchi. Nella sua prima stagione in bianconero Stefano gioca ad alti livelli e conquista subito il double: vince lo Scudetto e la Coppa delle Coppe. Nel 1984/85 arrivano poi la Coppa dei Campioni e la Supercoppa Europea, conquistata anche quella contro il Liverpool. Per Tacconi il secondo anno all'ombra della Mole è una stagione travagliata.Trapattoni lo spedisce in panchina e schiera titolare al suo posto Luciano Bodini. Stefano però è uno senza peli sulla lingua, non accetta la panchina e viene multato dalla società per le sue dichiarazioni pungenti, alimentate dalla stampa. Devono passare diversi mesi prima che il portiere arrivato da Avellino riconquisti la maglia da titolare, giusto in tempo per giocare la finale di Coppa dei Campioni all'Heysel, dove è decisivo con alcuni interventi che impediscono al Liverpool di trovare il goal.

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