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La scena del crimine
L’appartamento di Melissa Machado Russo è come lo avevano lasciato i carabinieri la sera del 29 ottobre, quando il locale era stato sequestrato. Tracce di sangue sono più o meno ovunque, anche se la stanza che più è interessata da una presenza massiccia è il bagno. Meno ce n’è nella camera da letto della 29enne italo-brasiliana, originaria di un paesino in provincia di Bari dove si trova adesso agli arresti domiciliari a casa dei genitori con l’accusa di omicidio volontario aggravato perché commesso nei confronti del proprio discendente.
Il fatto che le tracce ematiche siano molte in bagno, è un punto a favore della tesi sostenuta dal pm Dini, secondo il quale la donna si sarebbe seduta sul wc per partorire la figlia e tirare l’acqua come a volerla eliminare nello scarico: così l’hanno trovata le colleghe e di datori di lavoro della 29enne, avvertiti da lei stessa quando aveva capito che il suo piano non poteva funzionare. E così – con la testa in giù e l’acqua ormai traboccante – l’hanno trovata anche i medici del Suem chiamati un’ora dopo. Sono stati loro ad avvertire i carabinieri e dare il via alle indagini. Diversa, invece, l’ipotesi messa nero su bianco nell’ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip Domenica Gambardella, secondo la quale la mamma avrebbe partorito la bambina sul letto e poi se ne sarebbe disfatta in bagno. Ma i segni del sangue per terra e le poche tracce ematiche in camera – non compatibili con un parto – sembrerebbero accantonare questa versione. Nel sopralluogo di ieri gli inquirenti hanno quindi fotografato di nuovo tutti i locali dell’appartamento – uno dei “mini” ricavati dallo spazio al primo piano dello stabili di via Borgo Padova e destinato all’alloggio della ballerine – e hanno analizzato le tracce, portando in laboratorio alcuni oggetti sequestrati dalla camera della 29enne: oggetti che ora verranno vagliati sempre per ricostruire al meglio i dettagli dell’omicidio. Possibile che tutti questi elementi poi si fondano anche con una consulenza psichiatrica che la Procura potrebbe richiedere per valutare lo stato mentale della donna.