PADOVA - La sala delle "Ninfee"...
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Si preannuncia come la mostra dell'anno a livello nazionale, infatti, quella intitolata "Monet. Capolavori dal Musée Marmottan Monet Parigi", inaugurata ieri al San Gaetano di Padova, con l'allestimento che è una riproposizione della carriera del Maestro e della sua vita, grazie alla presenza dei quadri a cui lui era più legato, che non aveva mai voluto vendere e che conservò fino alla morte nell'atelier e nella casa di famiglia a Giverny. "Un'eredità diretta", quindi, che fa immergere nella creatività del protagonista e addentrare nella sua intimità.
Sessanta i capolavori che si possono ammirare fino al 14 luglio: oltre alla produzione del "padre-fondatore" dell'Impressionismo, nel polo patavino sono presenti opere dei suoi maestri e compagni di strada, come Boudin, Delacroix, Jongkind, Renoir e Rodin. La rassegna, ideata da Sylvie Carlier, conservatrice del Marmottan, e dalle co-curatrici Marianne Mathieu e Aurélie Gavoille, fa luce sulla ricerca del pittore: dagli esordi sulla costa normanna, passando per i soggiorni in Olanda, in Norvegia e a Londra, fino alla sua opera-testamento, "Le ninfee", realizzata a Giverny.
Prima del taglio del nastro, oltre alle stesse curatrici, a presentare l'iniziativa sono stati il sindaco Sergio Giordani, l'assessore alla Cultura Andrea Colasio, e Iole Siena presidente di Arthemisia, che insieme al Comune e al Marmottan Monet ha organizzato la rassegna per celebrare il 150. anniversario della nascita dell'Impressionismo, il 15 aprile 1874.