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MARGHERA - La chiesa, in mattoni a vista, pare un fortino. Ma un fortino dove il nemico è ormai alle porte. Anzi, ci è già entrato. «Abbiamo trovato le stagnole anche dentro in chiesa. La situazione è questa, non possiamo più nasconderla» dice il parroco, don Mauro Haglich, sacerdote a Sant’Antonio e vicario foraneo delle otto parrocchie della “città giardino”, come viene anche chiamata Marghera. Ma un giardino dove, come in un passato che tutti speravano non dovesse mai tornare, è tornato a fiorire solo il mercato della droga, con gli spacciatori e i relativi clienti che si sono in parte spostati dalla zona di via Piave a Mestre, battuta palmo a palmo dalle forze dell’ordine. Bastava superare il sottopasso della ferrovia, un tunnel da cui è meglio stare lontani. E pusher e tossicodipendenti l’hanno superato.