Lei lavora con bambini a partire dalla quinta elementare. Cosa chiedono?

«Di tutto. Hanno tante curiosità molto naturali sulla gravidanza, sul parto, sui gemelli. Purtroppo, dalle loro domande traspare anche un’esposizione molto diretta ad informazioni non adatte a loro: alcune sono domande sono molto tecniche, legate ad una sessualità molto agita e completamente slegata dal piano affettivo e relazionale. Alcune domande hanno a che fare anche con temi di attualità, dalle famiglie omogenitoriali alla fecondazione assistita, altre con la pornografia. Ma è evidente che, nonostante quello che appare come un potenziale cognitivo enorme, in realtà non comprendono quello che vedono o che sentono».