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MORIAGO DELLA BATTAGLIA (TREVISO) - «Dopo tre tentati suicidi temevo che riuscisse a togliesi la vita, non che l’avrebbe rubata a qualcun altro. Fabrizio è sempre stato isolato, introverso, apatico. Nemmeno l’Ulss che lo aveva in cura per disturbi psichiatrici lo ha seguito adeguatamente. Dopo ogni ricovero lo rimandavano a casa e lì trovava una situazione tossica. Solo la terza volta è stato in comunità a Vittorio Veneto ma soltanto per poco tempo». È la drammatica testimonianza resa ieri mattina da Margot Biscaro, la sorella di Fabrizio Biscaro, il 37enne a processo per l’omicidio di Elisa Campeol. La parente del killer, prima di rispondere alle domande, ha voluto fare le condoglianze ai genitori e alla sorella di Elisa, che avevano appena deposto. «Poteva farcele prima e privatamente, non in aula - commenterà poi Eligio Campeol, papà della vittima -. Si sta cercando di minimizzare la responsabilità dell’assassino». Alla fine Margot si è abbandonata a un lungo abbraccio con il fratello, impassibile come sempre. Biscaro è alla sbarra per l’omicidio volontario della barista 35enne di Pieve di Soligo, accoltellata a morte il 23 giugno del 2021 mentre prendeva il sole in riva al Piave. Un delitto aggravato dalla premeditazione e dalle sevizie. Accuse per cui rischia l’ergastolo.