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CONSELVE - «Abbiamo ricevuto notizie di Artiom fino a domenica 20 luglio, poi purtroppo nulla». È la voce rotta dal pianto di Paola Ruffini, che con la sua famiglia ha aperto le porte di casa ad Artiom Naliato, il 21enne morto in Ucraina mentre si addestrava per entrare nell'esercito nazionale e sui cui ora indaga la Digos (come scriviamo a pagina 12 dell'edizione nazionale), quando lui aveva deciso di rendersi più autonomo rispetto alla famiglia adottiva. «Il 16 luglio a mia figlia Giada aveva detto che c'erano problemi di collegamento con le linee internet, cosa probabile trattandosi di un paese in guerra, Artiom le aveva fatto presente che doveva fare hotspot per poter rispondere. Io poi gli avevo scritto domenica sera, a quel messaggio non ho più avuto nessuna risposta», dice tra le lacrime Paola. La donna, cassiera in un supermercato di Conselve è mamma di Giada 20 anni e Marco 16 anni. Il marito Filippo Acciaiuoli lavora alla Schneider Electric in zona industriale.
Artiom Naliato, scattano le indagini della Digos sul 21enne padovano morto sotto le bombe in Ucraina