Meteora IM1, trovati resti sul fondo dell'Oceano Pacifico. Il fisico Loeb: «Si tratta di tecnologia aliena. Un'occasione per l'uomo»

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La teoria «aliena» del professor Loeb

Dopo la scoperta di Oumuamua nel 2017, il professor Loeb ha teorizzato - nonostante le numerose critiche - che probabilmente altri oggetti interstellari hanno sfrecciato davanti alla Terra. La sua tesi è stata confermata nel 2019, quando uno studente ha scoperto che anche una palla di fuoco ad alta velocità del 2014, la meteora IM1, aveva origini interstellari, precedenti a Oumuamua.

L'attrito dell'aria ha fatto divampare IM1 a mezz'aria mentre si dirigeva verso la Terra, lasciando sulla sua scia una «scia di gocce di pioggia di ferro fuso» l'8 gennaio di quell'anno. La scoperta che questi frammenti di metallo interstellare potevano essere estratti dal Pacifico con potenti magneti ha portato Loeb e il suo team Galileo a un'altra missione.

Data l'alta velocità e l'anomala resistenza del materiale di IM1, Loeb ha dichiarato a Fox News Digital, questa settimana che «la sua fonte deve essere stata un ambiente naturale diverso dal sistema solare o una civiltà tecnologica extraterrestre». L'IM1, ha sottolineato Loeb, «è effettivamente più duro e ha una resistenza materiale superiore a tutte le rocce spaziali catalogate dalla NASA. Questo la rende piuttosto insolita».

Non ha scartato l'idea che questi misteriosi «resti di ferro» dell'IM1 possano essere la prima prova concreta di una «nave spaziale» di una «civiltà tecnologica extraterrestre» che si è schiantata sul nostro pianeta.

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