Cinquantatré anni, docente di Economia industriale, vicesindaco nella giunta di Sergio Giordani a Padova, Arturo Lorenzoni è il candidato in pectore del movimento Vcv, Il Veneto...
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Professor Lorenzoni, cosa state mettendo in campo?
«Un progetto di governo alternativo a quello stanco di Zaia che non ha nessuna capacità propositiva».
Primarie per la scelta del candidato governatore: se il Pd le volesse lei parteciperebbe?
«In astratto è difficile dirlo, rischiano di essere divisive. L'elemento forte è la condivisione dei temi».
Il Pd dice che la decisione dei calendiani di Azione di tirarsi fuori dalla coalizione è tattica. Condivide?
«Mi auguro che sia tattica perché noi abbiamo un progetto davvero bello».
Lei chi vorrebbe come candidato governatore?
«Il nome è relativo, quello che io voglio è una idea solida, in Veneto c'è energia per un reale cambiamento».
La partita con Zaia è persa in partenza?
«No, è una partita contendibile. Dobbiamo riavvicinare quella parte di società civile che non ha appartenenza politica e che non si riconosce nella Lega».
Zaia non è Salvini.
«Però è Lega. E la partita è apertissima».
Al.Va.
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Il Gazzettino