Wanbao, rosso a quota 25milioni

Wanbao, rosso a quota 25milioni
I CONTIBORGO VALBELLUNA Un passivo da almeno 25milioni di euro. A tanto dovrà ammontare il debito del colosso cinese che la scorsa settimana, in una nota ufficiale, ha...

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I CONTI
BORGO VALBELLUNA Un passivo da almeno 25milioni di euro. A tanto dovrà ammontare il debito del colosso cinese che la scorsa settimana, in una nota ufficiale, ha confermato: «La volontà di proseguire il percorso verso l'amministrazione straordinaria». Per accedere alla Prodi bis (per la seconda volta) il requisito soggettivo è che il debito sia almeno a quota due terzi dell'attivo dello stato patrimoniale.

REQUISITO MINIMO
Il passivo di 25milioni di euro rappresenta la quota minima perché a Wanbao l'amministrazione straordinaria venga concessa. Il fatturato dello stabilimento di Mel nel 2019 si è assestato sui 38miloni di euro, a fronte dei 45milioni 529mila euro di valore della produzione del 2018. L'indebitamento, stando al Conto patrimoniale si aggirava invece sui 27milioni di euro nel 2019, mentre veleggiava sui 38 nel 2018. Insomma, pur avendo imboccato la strada del risanamento, Wanbao non è riuscita a imprimere una svolta allo stabilimento di Mel. Quello accumulato dalla multinazionale sarebbe soprattutto un indebitamento Cina su Cina come viene definito dagli addetti ai lavori. La quota più ampia del debito spetterebbe infatti alla Industrial and Commercial Bank of China che ha prestato i fondi al gruppo partecipato dalla municipalità di Guangzhou il residuo ai fornitori. Ma solo a quelli cinesi. Al momento non risulterebbero, infatti, fornitori italiani che non sono stati pagati. Per avere l'ufficialità dei bilanci, chiaramente, sarà necessario aspettare la firma dello studio legale incaricato di redigerli.
IL NODO FORNITORI
La questione fornitori è però tra le più spinose dell'intera matassa Wanbao. I timori di chi consegna le merci a Villa di Villa hanno indotto Regione e Governo a organizzare un tavolo di confronto. Una pratica che ha solo un precedente: l'Ilva di Taranto. L'obiettivo delle istituzioni è quello di tranquillizzare la catena delle materie prime. I sindacati non sono stati invitati. E a quanto pare non hanno protestato. Hanno accettato di farsi da parte per consentire un profilo più istituzionale all'appuntamento. Tra i maggiori fornitori dello stabilimento Acc di Mel figura però la stessa Wanbao, fornisce per esempio gli alberi per i compressori. Cosa succederà dopo il divorzio? Wanbao continuerà a fornirli? L'altro nodo riguarda i metalli. C'è un accordo fino a febbraio con Marcegaglia che fornisce l'acciaio. Ma tra fine febbraio e inizio marzo potrebbe già esserci il passaggio di mano tra Wanbao e l'amministrazione straordinaria. A quel punto toccherà al commissario rinegoziare i prezzi. La congiuntura vuole che in questo momento le quotazioni siano più elevate rispetto a quelle dei mesi scorsi. Per chi arriverà al comando di Acc sarà questo il primo scoglio.
IL COMMISSARIO

La nomina di un commissario spetta al tribunale delle imprese di Venezia, una volta accertato che il passivo è in linea con le attese della Prodi bis (la normativa che già una volta è stata applicata ad Acc). Il ministero dello Sviluppo ha già fatto sapere che Maurizio Castro, che già una volta ha salvato Acc, è l'uomo giusto. Non appena l'intero disegno si concretizza toccherà a lui cercare degli acquirenti. E forse a Wanbao, oltre agli acquirenti, serviranno anche dei dipendenti. Se le richieste dei volumi anticipate ufficiosamente in questi mesi trovassero conferma la produzione potrebbe addirittura aumentare, permettendo il riassorbimento di parte dei dipendenti persi tra il 2017 (quando erano 429) e oggi che sono a quota 290.
Andrea Zambenedetti
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Il Gazzettino