Virus, la ripartenza

Virus, la ripartenza
L'APPUNTAMENTOSono scesi in piazza. Avrebbero sperato di non doverlo fare e soprattutto si augurano di non tornarci più, preferendo di gran lunga scendere su campi da calcio,...

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L'APPUNTAMENTO
Sono scesi in piazza. Avrebbero sperato di non doverlo fare e soprattutto si augurano di non tornarci più, preferendo di gran lunga scendere su campi da calcio, parquet o taraflex di palestre, pedane da scherma, piste d'atletica, corsie di piscine. Il mondo dello sport, anche a Treviso, ha voluto lanciare ieri un grido d'allarme pubblico per le ripercussioni della pandemia: dirigenti, tecnici, giovani atleti, insieme agli esponenti delle istituzioni sportive, si sono dati appuntamento in piazzetta Aldo Moro, nel capoluogo. Una rappresentanza numericamente limitata in ossequio alle misure anti-contagio, degli oltre 90mila tesserati e delle 1.019 società affiliate alle federazioni riconosciute dal Coni nella Marca. Nessuna protesta, solo la volontà di portare l'attenzione su un settore fortemente colpito dalle restrizioni imposte dal Covid, eppure, hanno ribadito, a tutt'oggi spesso ignorato dalle iniziative di sostegno.

L'APPELLO
«Lo sport è salute. È divertimento. È rispetto dell'altro. È crescita», ma anche «Aiuto! Lo sport sta morendo», si leggeva sui cartelli esposti dai partecipanti. «Non uno slogan, ma la realtà: la situazione è davvero drammatica - ha ribadito Guido Di Guida, componente della giunta regionale del Coni e consigliere nazionale di Federscherma - Molte società sono ferme da mesi, le altre devono fare i salti mortali per poter svolgere la propria attività. Stiamo perdendo tanti iscritti, specie tra gli under 10 e 12: è a rischio una generazione di sportivi. Le famiglie sono in difficoltà economica, gli sponsor si ritirano o diminuiscono il contribuito, comprensibilmente, e intanto i costi continuano invariati e gli aiuti pubblici sono stati insufficienti». Da Mario Sanson, delegato provinciale del Coni, a Marco Mestriner, del Comitato paralimpico, da Fabio Coldebella, della Federazione pallacanestro e Luigi Sandri, di Treviso Academy a nome delle società, ad Antonella Stelitano, del Comitato Nazionale Fairplay, tutti hanno ribadito come la preoccupazione riguardi soprattutto l'attività di base, con la sua valenza educativa, sociale e di benessere psicofisico.
REAZIONE

«Abbiamo ripreso a fare alcune gare nazionali, però con molte ristrettezze - conferma Andrea Sirena, presidente di Scherma Treviso M° Ettore Geslao -. Teniamo duro e lo sport reagirà, ma certamente gli sponsor sono diminuiti e così come gli iscritti. Per gli under 10, a casa oltre 4 mesi, abbiamo organizzato una sorta di Dad. Ora stiamo riprendendo all'aperto e abbiamo avuto la soddisfazione di vederli tornare tutti». Alla Condor S.A. Treviso (calcio), 400 atleti, tra cui 60 ragazze, non si sono mai fermati: niente partite, ma allenamenti con distanziamento. «Al di là di prima squadra e juniores - spiega il direttore generale Adriano Mendicino - la nostra attenzione è per le giovanili: i ragazzi hanno bisogno di stare insieme e di giocare». Dura anche far quadrare i conti: «Il rischio si tocca con mano. Non poter fare tornei e kermesse che garantivano anche un introito è un problema, dall'altra abbiamo le famiglie che chiedono sconti e non possiamo accontentarle. Avremo bisogno di aiuti». «La situazione di incertezza continua ci mette in forte difficoltà, abbiamo constatato una enorme diminuzione degli iscritti nell'arco dell'anno, soprattutto tra i più piccoli, per i timori e per le difficoltà organizzative dei genitori - nota Luigi Cecconi, presidente del Kosmos Volley Zero Branco, 200 pallavolisti, anche di sitting volley - giusto permettere gli allenamenti per gli atleti di interesse nazionale, ma perché non per i piccoli? Ovviamente nel rispetto dei rigorosi protocolli esistenti». E il disagio è ancora maggiore tra chi ha una disabilità. La squadra dei Treviso Bulls pratica hockey in carrozzina, giocatori dai 12 ai 40 anni, compresa una ragazza: «Speriamo si possa riprendere al più presto a giocare - dice il dirigente Giorgio Volpato - abbiamo già perso due stagioni di sport, ma soprattutto di amicizia e aggregazione. E per i nostri ragazzi un anno ne vale dieci».
Mattia Zanardo
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Gazzettino