Virus del Nilo, c'è il rischio di altri contagi

Virus del Nilo, c'è il rischio di altri contagi
VIRUS DEL NILOPORDENONE Disinfestazione effettuata nella zona di via Buozzi e via San Gregorio alta. Sono bastate un paio d'ore, ieri pomeriggio, per l'intervento adulticida,...

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VIRUS DEL NILO
PORDENONE Disinfestazione effettuata nella zona di via Buozzi e via San Gregorio alta. Sono bastate un paio d'ore, ieri pomeriggio, per l'intervento adulticida, larvicida e di eliminazione dei focolai larvali in una limitata zona pubblica e privata deciso dall'Azienda sanitaria numero 5 in seguito alla scoperta di un caso di contagio da virus West Nile trasmesso dalla zanzara. La disinfestazione e i trattamenti adulticidi e larvicidi nei focolai impossibili da rimuovere sono stati effettuati dal personale della ditta Anticimex srl, individuata dalla stessa Azienda sanitaria.

LE OPERAZIONI
Le operazioni, spiega il responsabile del Dipartimento di prevenzione della stessa Aas5 Lucio Bomben - si sono svolte senza problemi, anche in virtù del fatto che la zona interessata era abbastanza circoscritta: i residenti hanno seguito le indicazioni contenute nell'ordinanza del Comune e chiuso porte e finestre e al massimo si sono rivolti a noi per chiedere informazioni. Abbiamo poi distribuito le pastiglie antilarvali per contrastare la diffusione delle zanzare.
I RISCHI
Ma ora quali sono i rischi in città? Il rischio rimane discreto - spiega l'infettivologo Massimo Crapis - perché, nonostante la buona riuscita dell'intervento, è difficile pensare che le zanzare portatrici del virus si trovassero solamente in quella zona. La situazione non è comunque allarmante perché la sintomatologia nei casi individuati finora non è apparsa particolarmente grave. E' il caso della persona contagiata in città, già dimessa dall'ospedale. Finora in provincia i casi di West Nile diagnosticati sono stati quattro: oltre a quest'ultimo, quello scoperto in seguito ai controlli effettuati su una sacca di sangue e altri due pazienti in contatto con quest'ultimo. Tutti pazienti nei quali è stata riscontrata una sintomatologia abbastanza blanda. La possibilità che si verifichino casi più gravi c'è - non nasconde lo specialista -, ma non è così alta. E' chiaro che abbiamo a che fare con il fenomeno dell'iceberg dal punto di vista dell'epidemiologia, ossia quello a cui noi assistiamo è solo la punta dell'iceberg. Non possiamo pensare che i quattro casi che abbiamo identificato siano gli unici in provincia. Sapevamo già dagli anni scorsi che la nostra è una zona a rischio: ora i casi riscontrati fanno pensare a un livello discreto di diffusione, ma non ci sono particolari motivi di preoccupazione.
LE AREE

L'intervento di disinfestazione ha ovviamente riguardato un'area molto circoscritta, definita in seguito all'identificazione di un caso. Ma ci sono cautele che possono essere osservate per cercare di limitare i rischi? Il consiglio - spiega ancora l'infettivologo - è quello di adottare le normali misure a cui si ricorre contro le zanzare: quelle ambientali - ossia piastrine, fornelletti, candele alla citronella, zampironi, zanzariere - e quelle di protezione personale con sostanze repellenti. Non ci sono particolari differenze di efficacia fra l'uno e l'altra di queste ultime: la differente concentrazione dei prodotti incide invece sulla durata dell'effetto. Quanto alla tipologia dei pazienti, Crapis spiega che non esistono categorie particolarmente a rischio in quanto più esposte al contagio, ma che le conseguenze del virus possono essere più gravi qualora questo colpisca persone anziane o affette da patologie croniche. Nel frattempo, non c'è invece alcun allarme legionella: non sono stati infatti fortunatamente riscontrati nuovi casi dopo i due individuati nelle scorse settimane a Maniago e ad Azzano Decimo e che sono considerati sostanzialmente nella norma.
Lara Zani
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Gazzettino