Violenze su donne e bambini inutili pene ancora più severe

Violenze su donne e bambini inutili pene ancora più severe
Caro direttore, penso sia giusto applicare leggi più severe nei riguardi di quanti commettono violenze nei riguardi delle donne e dei bambini. Dall'inizio dell'anno le donne...

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Caro direttore,
penso sia giusto applicare leggi più severe nei riguardi di quanti commettono violenze nei riguardi delle donne e dei bambini. Dall'inizio dell'anno le donne uccise per mano del proprio compagno, fidanzato, marito sono oltre 50, così come gli abusi da parte di maestri ed educatori, nei confronti dei bambini sono in preoccupante aumento. Mi domando: fino a quanto dovrà durare questa scia di violenza? Sono perfettamente d'accordo sul fatto di applicare leggi punitive toste verso chi abusa senza considerazione alcuna verso i più deboli.

Igor Moretto

Marghera (Venezia)

Caro lettore,

è giusto prevedere leggi severe per chi si macchia di delitti orrendi. Purché poi le pene previste vengano applicate. Ma nel caso dei femminicidi e delle molte violenze di cui sono vittime le donne e i soggetti più deboli, non credo sia sufficiente elevare il numero di anni di carcere. L' ex fidanzato che, preda di una violenza e di un'ansia di possesso senza freni, nei giorni scorsi a Roma ha dato fuoco a Sara, non credo si sarebbe comportato diversamente neppure se, per un reato come quello che ha commesso, fosse prevista in Italia la pena di morte. No, la questione è anche più profonda e tocca nel vivo il nostro sistema di relazioni umane, tra uomo e donna innanzitutto. All'origine dei tanti, troppi episodi di violenza nei confronti delle donne c'è quasi sempre un perverso e malinteso rapporto di odio e amore, di rabbia e passione che per molti aspetti è connaturato al rapporto di coppia, ma che oggi sempre più spesso esplode in modo deflagrante e drammatico. E le vittime di questa degenerazione sono quasi sempre le donne. Come mai? Perché nell'uomo, troppo spesso, il rapporto affettivo con un altra persona, magari neppure ricambiato o ormai definitivamente concluso, non riesce a prescindere dal concetto di possesso. Una dimensione ossessiva e dominatrice che qualcuno cerca di spacciare per amore ma che in realtà è il suo esatto contrario e infatti spesso nel suo folle percorso incrocia la strada della morte. Per questo non credo sia sufficiente modificare il codice penale. Bisogna intervenire anche su altri piani e sviluppare una nuova e diversa etica dei sentimenti. Dove, come prima cosa, il concetto di possesso lasci il posto a quello di rispetto.
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Il Gazzettino