Violenza sessuale in spiaggia tra ex compagni di scuola

Violenza sessuale in spiaggia tra ex compagni di scuola
IL CASOPORDENONE Erano ex compagni di scuola. Si erano conosciuti in un istituto alberghiero e rivisti per caso a Bibione a inizio estate del 2016. Era la sera del 23 giugno, si...

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IL CASO
PORDENONE Erano ex compagni di scuola. Si erano conosciuti in un istituto alberghiero e rivisti per caso a Bibione a inizio estate del 2016. Era la sera del 23 giugno, si erano incrociati in piazzale Zenith insieme ad altri amici. Erano andati verso la spiaggia, ma improvvisamente lui la spinse contro un lettino e cominciò a baciarla. Quello che poi successe ha portato il ragazzo di origini albanesi, residente a Pordenone, all'epoca dei fatti 21 anni, a difendersi da una pesante imputazione: violenza sessuale nei confronti di una 18enne della provincia di Venezia. Il processo si è celebrato ieri in Tribunale a Pordenone, nell'udienza del gup Rodolfo Piccin con rito abbreviato. Il giovane - di cui si omette il nome per tutelare l'identità della vittima - è stato condannato a 2 anni 2 mesi e 20 giorni di reclusione ottenendo uno sconto di pena di un terzo, come previsto dal rito, e le attenuanti generiche. Alla parte civile, costituita con l'avvocato Andrea Coppola, il giudice ha riconosciuto una provvisionale immediatamente esecutiva di 10 mila euro, le spese di costituzione e disposto che l'entità del danno venga quantificata in sede civile.

Il giovane - difeso dall'avvocato Maurizio Mazzarella - nell'estate di tre anni fa si trovava a Bibione perchè lavorava come stagionale. Ha sempre respinto le accuse sostenendo che la ragazza era consenziente e di essersi fermato dopo che la giovane si oppose a un rapporto sessuale. Ma la denuncia presentata nella caserma dei Carabinieri e i riscontri testimoniali hanno portato la Procura a formulare l'accusa di violenza sessuale. Il pm Carmelo Barbara aveva chiesto 3 anni e 4 mesi di reclusione, ricordando che la vittima aveva fornito una ricostruzione priva di contraddizioni, supportata da due testimonianze.
Le testimonianze sono quelle dei due amici che la videro tornare in piazzale Zenith. Era disperata, voleva andare via subito, lui la seguiva cercando di calmarla. Gli amici chiamarono il 112 e arrivarono i carabinieri del Norm di Portogruaro, che portarono la 18enne in ospedale, dove cominciò tutto quel percorso necessario per accertare la credibilità della denuncia. Credibilità che ieri il processo non ha scalfito. Quella sera la ragazza fu immobilizzata, si difese graffiando l'aggressore, ma lui non si fermò. «Non era affatto consenziente», ha rimarcato l'avvocato di parte civile, Andrea Coppola. La difesa ha fornito al giudice un'altra chiave di lettura, puntando su una ricostruzione diversa rispetto a quella della Procura. È alla vittima che il giudice, dopo oltre un'ora di camera di consiglio, ha creduto.

Cristina Antonutti
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Gazzettino