Villa Margherita nel mirino di Slow Food

Villa Margherita nel mirino di Slow Food
IL NODOTREVISO Villa Margherita potrebbe presto rinascere trasformandosi in un centro di eccellenza targato Slow Food. L'associazione impegnata nella difesa delle tradizioni...

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IL NODO
TREVISO Villa Margherita potrebbe presto rinascere trasformandosi in un centro di eccellenza targato Slow Food. L'associazione impegnata nella difesa delle tradizioni agricole ed enogastronomiche sta valutando la possibilità di prendere in gestione la storica dimora trevigiana. Non da sola. Ma in collaborazione con altri soggetti. Alcuni nomi ci sono già: sotto l'ombrello di Slow Food potrebbero trovare posto anche attività del commercio equo e solidale e pure quelle di un gruppo collegato agli Alpini, che puntano a ricavare in una parte della villa un museo dedicato alla Grande Guerra.

PRIMI PASSI
Non ci sono ancora documenti ufficiali. Ma i primi passi sono già stati mossi. Ieri mattina il sindaco Giovanni Manildo e l'assessore Ofelio Michielan hanno fatto un sopralluogo nella struttura con Carlin Petrini, fondatore di Slow Food. La visita ha toccato tutti i locali: dal corpo centrale alle barchesse, fino alla foresteria. «L'associazione è interessata alla riqualificazione e alla gestione della villa conferma il primo cittadino attendiamo una risposta a breve». Il clima è quello dell'attesa. Ma a Ca' Sugana sono fiduciosi. «Con Slow Food la villa può diventare un centro di grandi eccellenze. Ci sono tutti gli ingredienti: le premesse sono buone sottolinea Manildo valorizzandola al meglio, ha le carte in regola per diventare un polo di attrazione oltre Treviso. La sua posizione è strategica, anche considerando la vicinanza a Venezia».
TRE SOGGETTI

Fino a questo momento si sono fatti avanti in municipio tre soggetti pronti a rimboccarsi le maniche per far rivivere villa Margherita. «Oltre a Slow Food continua il sindaco c'è l'interessamento della cooperativa Pace e Sviluppo. E poi c'è un'associazione che fa riferimento agli Alpini che ha pensato ad alcune attività sulla Grande Guerra. In questo contesto, Slow Food potrebbe fare da collante mettendo assieme le diverse proposte». Per l'ex sede dei carabinieri potrebbe così iniziare una nuova vita. Si tratta di un passaggio indispensabile. Ca' Sugana, infatti, fatica a gestire l'immobile vuoto. Le spese di manutenzione sono pesanti. E più passa il tempo, più crescono. Il fatto che la villa debba essere rigenerata attraverso l'intervento dei privati è fuori discussione. Con Slow Food di Carlin Petrini sostenuta dall'AltroMercato e degli Alpini potrebbe essere stata individuata la squadra giusta. E non è detto che non si aggiungano altri. C'è chi guarda in particolare verso Gli Alcuni, il Manzato e Ca' Foscari.
Mauro Favaro
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Il Gazzettino