Via Campana, è caos quotidiano

Via Campana, è caos quotidiano
IL CASOTREVISO Movida notturna, sosta selvaggia e transito libero. Via Campana, da cartolina della città (per le migliaia di immagini scattate ogni giorno sul ponte di San...

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IL CASO
TREVISO Movida notturna, sosta selvaggia e transito libero. Via Campana, da cartolina della città (per le migliaia di immagini scattate ogni giorno sul ponte di San Francesco),è oggi diventata arteria principale di afflusso su due e quattro ruote. Poche centinaia di metri, nel cuore del centro storico, che incarnano perfettamente le diverse riflessioni su Ztl, varchi e divieti. E, con le riflessioni, anche le contraddizioni. La più evidente? Lo scontro tra commercianti e residenti. Un furgone in sosta, un camioncino con materiale edile da cantiere, auto in sosta vietata e in doppia fila. In mezzo pedoni che fanno lo slalom e mamme con passeggino che accelerano.

LA DIATRIBA
«Ecco cosa succede in via Campana» è il commento eloquente a una foto pubblicata sui social. L'autore, un attivo nonno vigile che risiede in centro concretizza subito dopo. «In città ci sono commercianti ma anche abitanti». Molti i commenti, soprattutto da parte dei ciclisti. Neppure le multe e l'inasprimento voluto dalla Giunta hanno scoraggiato gli automobilisti: dal 1. ottobre in via Campana è sosta allegra. La polizia municipale è intervenuta: solo giovedì scorso sono state elevate 15 contravvenzioni in due ore. Il vicesindaco Andrea De Checchi conferma la linea dura: «Abbiamo voluto lanciare un segnale preciso: la riapertura della Ztl non poteva comportate la violazione del codice della strada. Dalla polizia locale mi è stato comunicato che con il rifacimento dei parcheggi è stato posto maggior ordine rispetto alla situazione precedente». Le multe non bastano, tuonano i residenti: «Di solito una giunta impiega quasi tutto il mandato per individuare il tema per cui sarà ricordata. Il neo sindaco invece l'ha fatto subito - ironizza un noto scrittore trevigiano - in controtendenza rispetto al resto del mondo ha depedonalizzato il centro storico riaprendolo alle auto per pagare un debito elettorale con un pugno si commercianti».
LA SANZIONE
La polizia locale non sta a guardare. «Inaspriremo le sanzioni» conferma il comandante Maurizio Tondato. Su questa line si colloca la nuova puntata del match residenti contro Drop cocktail bar nei pressi di Portico Oscuro. Giuseppe Canizzo, giovane titolare del gettonato cocktail bar è di nuovo nel mirino del sindaco. I residenti non riescono più a sopportare i rumori e gli schiamazzi provenienti dal bar fino a tarda notte. E dopo la chiusura anticipata imposta la scorsa estate, il 15 ottobre è scattata la nuova ordinanza. Questa volta nulla di temporaneo: Drop dovrà cessare le attività alle 23. Il decreto anti-rumore del comune di Treviso prevede di poter rimanere aperti fino alle 2 di notte ma senza musica già da mezzanotte. Nel caso del cocktail bar le relazioni Arpav parlavano chiaro: il locale è molto piccolo e la gente viene convogliata fuori in strada, i decibel salgono ben oltre il consentito.
BRACCIO DI FERRO

Il braccio di ferro va avanti da un anno: le migliorie imposte dal Comune prevedevano la chiusura della terrazza sul fiume dopo le 23 e la realizzazione di un plateatico su via Palestro per convogliare lì la clientela. «Prendendo atto che, da un lato, non è stato ancora ad oggi realizzato il plateatico in vicolo Palestro (...) al fine di allontanarla dalle abitazioni dei residenti più disturbati, e che, dall'altro, non sono state scupolosamente attuate neppure le altre misure immediatamente adottabili dal gestore stesso, come risulta da documentate segnalazioni dei residenti e dai sopralluoghi della polizia locale spiega l'ordinanza, il sindaco ha disposto la chiusura anticipata del locale. Tutto questo fino alla dimostrazione che le fonti del disturbo alla quiete pubblica, ingenerate dall'attività e dai suoi avventori, cessino definitivamente mediante la produzione in una relazione di impatto previsionale acustico a firma di un soggetto abilitato termina il documento all'albo.
Elena Filini
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Il Gazzettino