Verdini canta in tv e difende Matteo «Tranquilli, nel Pd non entriamo»

Verdini canta in tv e difende Matteo «Tranquilli, nel Pd non entriamo»
ROMA - Ha pure il tempo di lanciare un chiaro segnale politico a Renzi («Senza di noi al Senato non c'è maggioranza»), il senatore Denis Verdini intervistato per Sky Tg24 da...

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ROMA - Ha pure il tempo di lanciare un chiaro segnale politico a Renzi («Senza di noi al Senato non c'è maggioranza»), il senatore Denis Verdini intervistato per Sky Tg24 da Maria Latella. Il segnale sovrasta un godibile e ricco mini show del senatore e fondatore del gruppo Ala (Alleanza liberalpopolare-Autonomie) che ha cantato, ha difeso se stesso, Matteo Renzi e Silvio Berlusconi e si è schierato, per la verità con prudenza, con il ”suo” senatore Barani intorno al quale l'altro giorno è esploso un calderone polemico su un suo gesto sessista che stamane un giurì giudicherà sulla base dei filmati disponibili.

Per Verdini, non c'è assolutamente niente di scandaloso se la maggioranza non è quella uscita dalle urne: «La storia - ha detto - nasce dai risultati elettorali del febbraio 2013 che hanno detto o elezioni o legislatura costituente. E ricordo che al Senato non c'è una maggioranza». Il Pd, che è il partito di maggioranza relativa, che alla Camera può avere avuto il vantaggio del premio con il Porcellum, quindi 340 deputati, al Senato ne ha 113, ha puntualizzato Verdini. Ma questo non significa che Renzi sia un mostro, secondo l'ex braccio destro di Berlusconi, né che abbia un atteggiamento «becero», anzi, «è anche liberista, forse è solo un po' in ritardo nelle riforme». «Con Renzi non ci siamo scelti» ma in questo scenario «le coalizioni servono», ha insistito.

Una mano tesa al Pd? «Gli amici del Pd che dicono che i nostri voti puzzano devono stare tranquilli. Con il Pd non abbiamo nulla a che spartire, non intendiamo entrare», è la risposta. Per Verdini ciò che conta è ricostruire quel centro moderato forte che manca in Italia, strappando consensi a tutti gli elettori che non si riconoscono nelle attuali formazioni politiche: «Non ci piace il populismo alla Salvini né la sinistra radicale, che ha piedi nel presente e la testa nel passato». Ma senza nessun senso di colpa nei confronti del «padre» Berlusconi: «Lui è una rockstar e non rimarrà solo», ha sottolineato Verdini. L'ex senatore di Forza Italia si è speso lungamente con Maria Latella per spiegarle la necessità di fare le riforme. E Renzi, in quasi contemporanea a «In mezz'ora», è sembrato apprezzare: «Chi appoggia le riforme sta aiutando l'Italia, i senatori che stanno con Verdini le riforme le hanno votate anche l'altra volta». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino