ROMA - Caro euro addio, ci basta uno smartphone. E un 'piano segreto' per trasformare il sistema informatico dell'agenzia delle entrate della Grecia in un «meccanismo parallelo...
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La fonte è inattaccabile: l'ex ministro stesso. La registrazione-audio della conference call (oltre 20 minuti) è stata infatti pubblicata sul sito dell'Official Monetary and Financial Institutions Forum - con il consenso di Varoufakis - in seguito a diverse indiscrezioni apparse di recente sulla stampa greca. La conversazione risale a una settimana dopo le dimissioni di Varoufakis e getta nuova luce su quanto accaduto nei cinque mesi di 'negoziazioni pericolose' tra Bruxelles e Atene. «Il primo ministro - spiega Varoufakis - prima che vincessimo le elezioni, mi aveva dato l'ok per formulare un piano B: io ho messo in piedi un piccolo team che avrebbe dovuto lavorare sottotraccia, per ovvie ragioni».
Eccola allora la manovra creativa che avrebbe dovuto gestire l'impensabile, il gran rifiuto di Atene all'euro. «Prendiamo il caso dei primi momenti in cui le banche sono chiuse, i bancomat non funzionano e ci deve essere un qualche sistema di pagamento parallelo per permettere all'economia di stare in piedi per un pò e per dare alla gente la sensazione che lo Stato abbia tutto sotto controllo e che ci sia un piano». In questo frangente il team «coordinato» dall'economista Usa Galbraith aveva ideato un sistema di pagamento 'ombra' basato sul sito dell'agenzia delle entrate greco che avrebbe permesso, attraverso un pin fornito a chi doveva del denaro, fosse lo Stato o soggetti privati, di trasferire la somma in questione in un «formato digitale». Il sistema «era ben sviluppato e avrebbe fatto una gran differenza», dice ancora Varoufakis. Ma quando? Nel momento in cui la Bce avrebbe chiuso i rubinetti.
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Il Gazzettino